Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le armi sono già in viaggio

Fonte: L'Unione Sarda
14 gennaio 2014

 

Cappellacci conferma: «Arrivano, ma ci opporremo» - Il carico chimico potrebbe essere nella stiva dell'Ark Futura avvistata a Cipro

 

La situazione precipita: si dà per certo l'arrivo in Sardegna, tappa per lo stoccaggio, dell'arsenale chimico siriano. Accuse al ministro Emma Bonino


Una notizia è certa: le armi chimiche siriane faranno tappa in Sardegna. Magari soltanto per lo stoccaggio. E se pure la destinazione finale dovesse essere altrove, tanto basta per moltiplicare i timori e scatenare le reazioni. Primo interrogativo: dove verranno sbarcate? Le ipotesi sono diverse, ma la rotta è ancora misteriosa. E in questo scenario poche righe del Gruppo Grendi non fanno dormire sonni tranquilli. Si scrive ufficialmente che la Ark Futura, nave a noleggio della compagnia, “non effettuerà il servizio sulla tratta Vado Ligure-Cagliari sino al prossimo 31 gennaio”. Perché? “Il contratto di noleggio - precisa la Grendi - prevedeva espressamente che, se richiesta, la nave, per periodi circoscritti, dovesse essere concessa in uso alla Marina Militare danese”. Poiché la Marina danese è effettivamente impiegata nell'operazione di pace prevista dalla missione Onu-Opac per l'eliminazione delle armi chimiche siriane, la deduzione è ovvia: la Ark Futura potrebbe essere destinata al trasporto della “merce” indesiderata. Secondo una rotta comprensibilmente segreta: in qualunque porto designato non vorrebbe accolta tra gli applausi. Per la cronaca, oltre i sardi sono stati citati quelli di Brindisi, Taranto, Augusta e Gioia Tauro: sud pigliatutto, insomma.
C'entra qualcosa il fatto che il cargo, in tempi normali, va e viene da Cagliari? Secondo la deputata del Pd Romina Mura, c'entra eccome, tanto che ha trasformato lo sconcerto in un'interrogazione ai ministri della Difesa e dell'Interno: “Non è accettabile - spiega - che su operazioni così delicate e di impatto non vengano informati e coinvolti gli amministratori dei territori coinvolti. Quanto meno i rappresentanti del Governo riferiscano ai parlamentari sardi prima che ci sia la decisione definitiva del passaggio”. Sul fronte della cronaca, l'ultimo avvistamento (via satellite) dell'Ark è nel porto di Limassol, a Cipro. Poi prua verso la Turchia. Non ci sono altre tracce sul percorso di inizio 2014, ma è plausibile ipotizzare una rotta verso il Mediterraneo, destinazione Italia e poi chissà.
In realtà se la Sardegna sembra un passaggio ormai stabilito dell'operazione, il luogo è incerto. O almeno non è stato comunicato. Stando al ministro degli Esteri Emma Bonino si saprà giovedì, ma va da sé che la decisione, almeno in linea di massima, è già stata presa. E stando alle reazioni del mondo politico, l'Isola è predestinata. Il luogo? Oristano, secondo un giornale inglese. La Maddalena, secondo un'ipotesi più plausibile. O appunto Cagliari, stando alla vicenda Ark Futura. Massimo Zedda, sindaco del capoluogo, assicura: «Non sappiamo nulla». Nel senso che non ha notizia di un trasloco via Cagliari. E se così è «sono nettamente contrario». Prima di decidere «il Governo dovrebbe ricordare quanto l'Isola già sopporti la presenza di armamenti vari sul proprio territorio». Il capogruppo del Pd in Consiglio, Davide Carta, è ancora più perentorio: «Assolutamente contrari. E bisogna vigilare». Da scartare, ovvio, lo smaltimento. Ma anche l'ipotesi di uno stoccaggio. «In mezzo alla città? Non ci sarebbero le condizioni di sicurezza». Carta va oltre: «E bisogna valutare anche le altre possibili destinazioni in Sardegna. Valgono le stesse ragioni: dove sarebbero le garanzie?».
Dal Comune alla Regione, l'indiscrezione diventa certezza. È lo stesso governatore Ugo Cappellacci a lanciare l'allarme: «Fonti riservate danno i giorni tra il 3 e il 7 febbraio per l'arrivo delle navi. Non lo consentiremo». Col punto interrogativo. Un tweet inequivocabile che fa seguito alla lettera di diffida inviata al premier Enrico Letta. Stando dunque anche alle fonti regionali, che si presumono attendibilissime, il governo italiano ha già deciso. E si tratta di preparare alla svelta la mobilitazione.
Vista la forma scelta per comunicare la notizia, il consigliere regionale Patrizio Rovelli (Modes-Giustizia Giusta) ha qualcosa da obiettare: “Su un tema così delicato” Cappellacci riferisca in Aula e non soltanto alla stampa e sui social network. Il “gravissimo problema" sollevato (e certificato) dallo stesso governatore “non riguarda soltanto la città di Cagliari ma l'intera Sardegna e le isole di La Maddalena e Santo Stefano in particolare”. Ma quali iniziative ufficiali “sono state intraprese per evitare che ciò accada? Quali risposte sono arrivate dal Governo nazionale e dall'Opac?”. Domande quasi retoriche, nel senso che al momento non risulta nessuna risposta.
Dalla Regione a Roma il tono non cambia: “Ma ci rendiamo conto che circa 350 tonnellate di armi chimiche siriane stanno per arrivare in un porto italiano?”, chiede, con risposta ovvia, il segretario nazionale dell'Italia dei Valori, Ignazio Messina: “È grave che il ministro degli Esteri abbia dato il via libera”. In penisola e nell'isola, per la precisione.
Roberto Cossu