Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I soldi ci sono, ma i lavori non iniziano

Fonte: L'Unione Sarda
8 gennaio 2014

- Case popolari del rione

 

Da quasi dieci anni la protesta di millequattrocento famiglie del quartiere di Sant'Elia si scontra contro il muro di gomma della burocrazia. Gli assegnatari degli alloggi popolari di proprietà dell'Area, l'Azienda Regionale per l'Edilizia Abitativa, dalla primavera del 2004 chiedono l'avvio dei lavori di riqualificazione delle abitazioni e dei sottoservizi ormai fatiscenti, ma i ripetuti appelli hanno trovato soltanto il silenzio delle istituzioni.
Eppure i soldi non mancano: oltre 37 milioni di euro sono infatti subito cantierabili e sufficienti a riqualificare i sedici palazzoni costruiti tra gli anni '70 e '80, ma in assenza di un progetto esecutivo proposto dai tecnici regionali, non è possibile spenderne neanche un centesimo. Ad agevolare l'iter burocratico ci ha provato anche il Comune: l'Aula di via Roma otto mesi fa aveva approvato una deliberazione «per autorizzare Area ad accedere ad alcune aree comunali per l'esecuzione delle operazioni connesse alla progettazione per il risanamento e recupero degli alloggi popolari», ma neanche questo è servito.
«Tutto è inspiegabilmente bloccato dall'aprile dello scorso anno - conferma Francesco Agus, esponente di Sel ed ex membro dello staff di Gabor Pinna, l'allora assessore comunale al Patrimonio - con la nostra deliberazione non solo abbiamo eliminato ogni ostacolo burocratico all'avvio dei lavori, ma abbiamo anche rinunciato alla riscossione di un credito di cinque milioni di euro nei confronti della stessa agenzia regionale». L'Area, tuttavia, non ha mai recapito il documento approvato da Palazzo Baccaredda, nel mentre i residenti degli edifici popolari convivono quotidianamente con degrado e abbandono. Nel corso degli anni si sono spesi politici e comitati cittadini (l'ultima mobilitazione risale ai primi giorni di dicembre), ma niente è cambiato. A tutto ciò si aggiunge il rischio di perdere i fondi stanziati per mancato utilizzo. In tempi di crisi e spending review trentasette milioni di euro potrebbero essere un'opportunità irripetibile.
Luca Mascia