Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tetto pericoloso, scuola chiusa

Fonte: L'Unione Sarda
23 dicembre 2013

No dei genitori: «O qui o i bambini ce li teniamo a casa» - Il Comune: impossibile far proseguire i lavori con gli alunni dentro

 

Ogni volta che piove, il tetto della scuola dell'infanzia di via Corsica diventa una piscina. Il timore è che la copertura possa crollare sotto il peso dell'acqua stagnante, con rischi per l'incolumità degli alunni e degli insegnanti. Il problema doveva essere risolto l'estate scorsa ma, complice la burocrazia, i lavori di messa in sicurezza sono cominciati a ottobre. Conclusa la prima tranche, resta da completare l'impermeabilizzazione. La presenza degli operai, però, è incompatibile con l'attività didattica. Troppo rumore. Da qui la decisione del Comune di chiudere la scuola “per il tempo necessario”. Risultato: il 7 gennaio, al rientro dalle vacanze, gli alunni dovranno emigrare. Dove? Non si sa.
SCUOLA CHIUSA Ieri il dirigente scolastico, Giovanni Mazziotti, ha riunito i genitori in assemblea. «Le sezioni sono 4», ha spiegato, «avevamo pensato di trasferirle in via Schiavazzi. Ma l'ipotesi è decaduta». Tre i motivi: la distanza, la gestione della mensa, le caratteristiche del caseggiato (inidoneo per bimbi piccoli). Il dirigente ha proposto allora uno smembramento: una sezione in via Venezia, due in via Fermi, una a Monte Mixi.
Alcuni genitori hanno suggerito una terza via, la Scuola civica di musica, che al piano terra potrebbe accogliere tre sezioni mentre la quarta troverebbe ospitalità di fronte, nella sede di via Venezia. Mazziotti si è impegnato a dare una risposta quanto prima. Ma le perplessità non mancano. I bambini di tre classi si ritroverebbero infatti a dover attraversare la strada per raggiungere la mensa. Ma la strada non è trafficata e, dunque, l'impresa non è così complicata.
NO AL TRASFERIMENTO La maggior parte dei genitori si è detta contraria al trasferimento. «Vogliamo che i nostri figli restino in via Corsica. Se il 7 troveremo il cancello chiuso li riporteremo a casa». La scuola era già stata chiusa tra settembre 2011 e gennaio 2012 per consentire lo smantellamento della pavimentazione in linoleum (contenente amianto). «Ora l'edificio è un gioiello», assicura il preside, «ma resta il problema del tetto. Tempi e modi dell'intervento non li decido io ma il Comune. Nel momento in cui mi comunicano che la scuola deve chiudere, il mio dovere è trovare una soluzione per impedire che l'attività didattica subisca interruzioni».
UN MESE DI LAVORI I lavori dovrebbero durare una settimana. «Informalmente mi è stato detto così. Nella peggiore delle ipotesi riaprirà a fine mese». Appello al sindaco. Ma i genitori sono scettici. Lunedì una delegazione si recherà in Comune per chiedere un incontro con il sindaco. Parallelamente partirà una petizione per chiedere il rinvio dei lavori a luglio. «La scuola è agibile», sostiene Roberto Secci, padre di due alunni, «le prove di carico sono state fatte, non basta un ristagno d'acqua per far crollare il tetto». «I nostri figli non sono pacchi postali», tuona un altro genitore, «abbiamo già subito un trasferimento due anni fa, stavolta non ci stiamo».
Paolo Loche