Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Beep”, un codice a barre sulla fronte dei clienti al market

Fonte: L'Unione Sarda
13 dicembre 2013


Cortometraggio di Antonello Murgia presentato ad “Area 3”

 

Cinzia Rocci fa scivolare i prodotti sul lettore del codice a barre. In un crescendo di beep, accompagnato dalla Quinta di Beethoven, la burrosa protagonista finisce gambe all'aria, travolta dalla sublime alienazione da supermercato. Al risveglio i beep la ossessionano insieme a un insolito dono, la facoltà di vedere l'essenziale nell'anima dei suoi simili di periferia grazie a un codice a barre stampato sulla fronte che solo lei può leggere. Giovani sposi, mimi di strada, pensionati, suore. Tutti, insieme alla data di scadenza che sostituisce la morte e in un contrappunto pestifero fra apparenza e verità, vengono inchiodati al paradosso di un'esistenza naufragata lontano da volontà e piacere. Intorno la periferia lombarda di Busto Arsizio, la città delle cento ciminiere spente dalla crisi e la sua umida malinconia metropolitana.
“Beep” di Antonello Murgia è stato presentato mercoledì sera al Centro Comunale “Area 3” di Mulinu Becciu, altro angolo metropolitano conquistato dal Marina Cafè Noir.
Il cortometraggio è una spassosa fiaba filosofica «ispirata da una donna chiusa in macchina che cantava con passione una canzone di Biagio Antonacci». “Beep” è la tesi di diploma con cui Murgia, classe 1975, ha concluso l'accademia triennale del cinema “Michelangelo Antonioni” di Busto Arsizio. «La scuola ha insistito perché mostrassi la città nei suoi luoghi più ameni» spiega Murgia, figlio della periferia cagliaritana, «quella che si finisce per amare, come i detenuti la prigione». “Beep” nel 2012 ha vinto come miglior cortometraggio al “BA film festival”. L'intuizione dettata dalla ballata di Antonacci è servita a raccontare l'incubo del codice a barre che, spiega Murgia, viene «dall'incrociarsi del codice Morse con la tecnologia del cinema, inventato da un impiegato IBM». Ma anche a dire «che il mondo là fuori è grande», anche se poi, la triste bellezza della periferia rimane a ciondolare fra i pensieri.
Luca Foschi
foschiluca.com