Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il caso Massidda al Tribunale dei ministri

Fonte: La Nuova Sardegna
11 dicembre 2013

Autorità portuale, la Procura pronta ad avviare la procedura che coinvolgerebbe Lupi (Trasporti)




di Mauro Lissia wCAGLIARI

Il caso di Piergiorgio Massidda, l’ex senatore del Pdl nominato commissario dell’Autorità portuale malgrado una sentenza del Consiglio di Stato l’avesse rimosso da presidente perché «incompetente e privo dei titoli», approderà probabilmente al Tribunale dei ministri. La procura della Repubblica di Cagliari è competente per territorio perché le conseguenze del provvedimento ministeriale con cui Massidda è stato riconfermato ricadono sul capoluogo sardo. L’iniziativa giudiziaria però riguarda il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi - che non è indagato - e quindi qualsiasi accertamento giudiziario dev’essere affidato a un organismo giudiziario nominato secondo quanto stabilisce la legge. La procedura è complessa: gli atti preliminari del procedimento devono essere inviati a Roma privi di valutazioni. Quindi devono essere estratti a sorte i nomi di tre giudici del distretto sardo - giudici, non magistrati della Procura - con anzianità di almeno cinque anni che avranno il compito di indagare. Alla conclusione dell’inchiesta – che può durare al massimo novanta giorni - se dovessero emergere elementi d’accusa nei confronti del ministro, gli atti andranno ancora a Roma per essere sottoposti alla valutazione del Senato, che nella stragrande maggioranza dei casi non si esprime o si esprime su tempi biblici. Come dire che un’eventuale accusa di abuso d’ufficio seguirebbe un cammino molto impervio. Nel frattempo Massidda potrà tranquillamente concludere il proprio incarico commissariale, sei mesi per portare a compimento i progetti che lui stesso ha definito «sensazionali» e attendere che parta la procedura per la nomina del nuovo presidente dell’Authority. Nomina che potrebbe seguire i criteri indicati dalla nuova legge, data in approvazione entro la fine dell’anno: i presidenti delle autorità portuali non dovranno più possedere requisiti di esperienza nella gestione di attività portuali e titoli relativi ma - se la legge passerà come è stata proposta - saranno manager di estrazione politica, cui sarà affiancato un direttore generale «tecnico». Sembra l’identikit di Massidda, a digiuno di qualsiasi nozione in materia di porti e trasporti ma entrato nel novero degli ex parlamentari in lista di sistemazione. Massidda non è il solo in Italia, c’è fra le altre da valutare anche la posizione di Fedele Sanciu a Olbia. Con la nuova legge, se passerà, anche gli scali marittimi andranno sotto il controllo della politica e degli interessi collegati. ©RIPRODUZIONE RISERVATA