Rassegna Stampa

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San Michele, vent'anni con l'amianto. Residente di via Podgora blocca i lavori del Comune

Fonte: web SardegnaOggi.it
10 dicembre 2013

Vent'anni tra amianto e condizioni igieniche malsane. E' il dramma di una famiglia che vive in via Podgora, nel quartiere popolare di San Michele e attende ancora che il Comune dia loro una nuova sistemazione. Il padrone di casa protesta e blocca i lavori avviati dall'amministrazione: "Vogliono togliere l'eternit e farci rimanere dentro casa". - VIDEO

CAGLIARI - Una situazione disperata, non l'unica nei quartieri popolari alla periferia di Cagliari, ma senza dubbio un caso limite. La famiglia di Antonio Podda da 19 anni è costretta a convivere con amianto e condizioni igieniche precarie. La loro casa, in una palazzina fatiscente al piano terra del civico numero 2 di via Podgora, grande circa quaranta metri quadrati, è senza finestre. La cucina è stata ricavata da una veranda chiusa e coperta da 'onduline' in eternit. D'estate le "blatte non si contano da quante sono", d'inverno c'è freddo, si forma muffa sulle pareti e capita che l'intonaco venga giù.

Insomma "caratteristiche di abitabilità carenti". Questa la conclusione alla quale arrivò il Servizio Igiene Edilizia della Asl di Cagliari nel 2003, otto anni dopo che i coniugi Podda e Grussu ottennero dal Comune l'assegnazione del locale "in via precaria e provvisoria" come si legge nel contratto di locazione datato 24 luglio 1995. Da allora sono passati 19 anni e, nonostante l'allarmante parere della Asl, non è cambiato nulla. O meglio, la Giunta Zedda per la prima volta dopo decenni, ha avviato i lavori di manutenzione straordinaria del complesso Erp ma ora Antonio Podda nel suo condominio ha bloccato i lavori: "L’impresa che ha l'appalto vuole fare la bonifica dell'amianto con noi dentro casa - sbotta - non è possibile, non sappiamo nemmeno se lo può fare. Io non permetto che i lavori vadano avanti". Silvia Grussu, la compagna, chiede un incontro con il sindaco: "Umilmente chiedo che ci ascolti".

Ad appoggiare la loro protesta anche Silvio Pinna, del comitato Via La Somme: "Chiediamo che il Comune ci dia una soluzione provvisoria, cioè un'altra casa, e nel frattempo faccia i lavori qui".  Secondo Roberto Copparoni, dei Verdi che hanno organizzato una conferenza stampa, "non c'è tempo da perdere, l'amministrazione deve prendere atto del fatto che in queste condizioni non si può vivere".