Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dirigenti irregolari: probabile il ricorso al Consiglio di Stato

Fonte: L'Unione Sarda
9 dicembre 2013


COMUNE. Dopo la sentenza del Tar

 


«Si stanno facendo tutte le valutazioni, anche su quali provvedimenti adottare». Bastano undici parole, rilasciate ieri pomeriggio dall'ufficio stampa del sindaco Massimo Zedda, per capire quant'è rognosa la grana piovuta sul Comune dopo la recente sentenza del Tar Sardegna che ha bocciato lo scorrimento della graduatoria per i dirigenti, annullando in un colpo solo le nomine fatte negli ultimi anni dei responsabili di settori strategici per l'amministrazione. A rischiare la poltrona sono Manuela Atzeni (Polizia Municipale), Teresa Carboni (Appalti), Gianbattista Marotto (Cultura e Spettacoli) e Claudia Madeddu (Igiene urbana), tutti nominati dalla giunta Floris. Accogliendo il ricorso del dirigente amministrativo della Asl 8, Mario Bande, i giudici amministrativi hanno chiarito al Comune che non si poteva attingere dalla graduatoria del concorso già fatto, se non in caso di pensionamenti.
Dunque che fare? Il tempo a disposizione dell'amministrazione non è poi così tanto, anche perché i giudici della seconda sezione del Tar Sardegna, presieduta da Francesco Scano, hanno ordinato all'Ente di dare esecuzione alla sentenza. Una volta notificata all'ufficio legale del Comune, poi, risulteranno nulle le nomine dei quattro dirigenti che, di conseguenza, potrebbero non poter più prendere provvedimenti o firmare determine. Nessun problema, invece, per quelli precedenti: gli atti risultano perfettamente a norma, così come le indennità di posizione percepite in questi anni dai quattro dirigenti.
Le strade possibili, quelle che l'amministrazione starebbe valutando, sono sostanzialmente due: impugnare la decisione del Tar Sardegna davanti al Consiglio di Stato e chiedere nel frattempo una sospensiva cautelare che congeli gli effetti della sentenza, oppure procedere rapidamente alla nomina di sostituti, magari accorpando qualche settore, nell'attesa di avviare una procedura di mobilità tra Enti pubblici, come indicato dai giudici. Questa procedura, infatti, avrebbe dovuto precedere l'ipotesi di scorrimento della graduatoria decisa dall'amministrazione.
È dunque iniziata la corsa contro il tempo per trovare una soluzione rapida che non faccia scattare la paralisi dei centri decisionali di quattro settori-chiave.  (fr.pi.)