Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Scuole da terzo mondo

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2013


Soltanto 5 istituti su 75 hanno l'agibilità. Il Marconi di via Mercalli
chiuso per amianto, all'Alberti deformazioni causate dall'acqua
Pistole giocattolo, con munizioni ad acqua. Queste le armi a disposizione degli amministratori di Comuni e Province per combattere la disastrosa situazione dell'edilizia scolastica in Sardegna. Perché senza risorse economiche, che dovrebbero arrivare da Stato e Regione, prevenire o evitare pericoli per gli studenti sardi è quasi impossibile.
I NUMERI Bastano due numeri per fotografare la situazione delle scuole nell'Isola. Nella sola provincia di Cagliari appena 5 istituti superiori su 75 hanno il certificato di agibilità. E per lavori di manutenzione e completamento di tutte le opere necessarie per essere “a norma” servirebbero 20 milioni: a disposizione ce ne sono solo tre.
Negli anni le proteste di dirigenti scolastici, docenti, sindacati e rappresentati degli studenti non si contano. Così come le denunce. E anche le situazioni di pericolo, con crolli di soffitti, cedimenti, locali dichiarati inagibili sono diventate sempre più numerosi. La tragedia sfiorata venerdì mattina al liceo Dettori ripropone ancora una volta l'emergenza.
LA SITUAZIONE La provincia di Cagliari è “proprietaria” di 75 edifici scolastici. L'amministrazione si deve occupare della manutenzione ordinaria e straordinaria. Pochi giorni prima dell'inizio dell'anno scolastico in corso sono stati gli stessi dirigenti ad ammettere le criticità presenti negli istituti. La breve carrellata, restando nei confini del capoluogo, conferma le preoccupazioni. Al Martini manca una vera palestra e c'è stato un continuo monitoraggio dei controsoffitti: a settembre sono stati effettuati dei lavori. Per completarli servono ancora, dai dati nelle mani della Provincia, 200mila euro. Un tasto dolente sono le finestre non a norma: solo al Giua andrebbero sostituiti 700 vetri. In viale Colombo lo scientifico Alberti è tenuto sotto controllo dagli ingegneri per il fenomeno di deformazione per le falde acquifere e per le infiltrazioni. In via Mercalli, la vecchia sede del Marconi è chiusa: aspetta la bonifica dall'amianto e una ristrutturazione. Servono due milioni di euro. Il paradosso arriva dall'alberghiero Azuni: da anni studenti e docenti aspettano la costruzione delle cucine, strumento indispensabile per le attività didattiche. Nei giorni scorsi sono arrivati i 260mila euro per la realizzazione.
VENTI MILIONI Il commissario straordinario della Provincia di Cagliari, Pietro Cadau, ha parlato di una necessità di venti milioni di euro per sistemare definitivamente tutti gli edifici. «In cassa l'amministrazione ha 170 milioni ma non può spendere un centesimo per non violare il patto di stabilità». Ci si deve consolare con le briciole. Nel 2009 il ministero aveva fatto delle ispezioni in tutte le scuole. Per le urgenze sono stati stanziati tre milioni di euro. Sono arrivati in due tranche, alla fine del 2012 e pochi mesi fa. I finanziamenti Cipe sono destinati al Martini (100mila euro), all'Euclide (150), al Dettori (200), al Meucci (300), al Foiso Fois (300), al De Sanctis (100), all'Einaudi (200), all'Eleonora d'Arborea (38), al Marconi (200), al Convitto nazionale (167), al Conservatorio (128) e alle succursali del Dessì (564). Una goccia in un oceano, viste le stime della Provincia che parlano di dieci milioni di euro solo per la manutenzione. In alcuni casi i soldi necessari sono parecchi: al Meucci serve più di un milione, all'Euclide di Cagliari e al Primo Levi di Quartu sono necessari più di 900 mila euro. Situazioni complesse al Brotzu di Quartu (si aspettano 830euro), al Gramsci di Monserrato (700mila) e al Foiso Fois di Cagliari (620).
100 PROGETTI La Regione ha fatto ancora meno. Con la legge 98 del 9 agosto del 2013 ha stanziato 5milioni di euro. Sono arrivati, da tutta la Sardegna (per scuole superiori, medie, elementari e materne), 100 progetti con una richiesta complessiva di 48milioni di euro: 24 quelli finanziati, 57 quelli ammessi ma per ora rimasti senza soldi, 19 gli esclusi.
Matteo Vercelli