Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sull'Imu è sempre bagarre e i sindaci si sentono traditi

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2013

Confusione sulla mini-imposta. Saccomanni: tributo necessario
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ROMA È ancora bagarre sull'Imu e in particolare sulla mini-imposta che i cittadini di alcuni comuni, quelli che hanno alzato l'aliquota in corso d'opera, potrebbero essere chiamati a pagare a gennaio. Esponenti di governo assicurano che una soluzione si troverà, ma il candidato segretario del Pd, Gianni Cuperlo, chiama direttamente in causa il premier Enrico Letta, invitandolo a chiarire in Parlamento.
APPELLO A LETTA «Il presidente del Consiglio venga in Parlamento e dica una parola chiara, conclusiva» sul caos Imu che «rischia di diventare una caricatura», ha attaccato Cuperlo. Una voce certamente non isolata nel panorama politico, in particolare dell'opposizione. Da Beppe Grillo («Sono mesi che parlano di Imu, Ici, Iuc e altro ma ormai si sono persi. Non sanno più neppure loro di cosa parlano») a Maurizio Gasparri («Il grande imbroglio è servito») fino al governatore del Veneto Luca Zaia («Andava tolta completamente»), proseguono le dichiarazioni critiche per una situazione nella quale i contribuenti stentano a orientarsi.
LE COPERTURE È quindi scontato che governo e Parlamento cercheranno di correre ai ripari. Non è escluso, secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanni Legnini, che la norma si possa cambiare trovando le coperture anche per questo ultimo pezzo. Rassicurazioni, del resto, arrivano sia dal ministro alle Riforme Gaetano Quagliarello, secondo cui si troveranno «le risorse necessarie», che da quello dei Trasporti, Maurizio Lupi, convinto che la Legge di Stabilità «farà chiarezza». E anche il ministro per gli affari regionali, Graziano Del Rio, si sarebbe impegnato con il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, a far cambiare il decreto. Appare tuttavia difficile che il decreto Imu2 possa entrare in Legge di Stabilità via emendamento, perché mentre il primo ha effetto finanziario sul 2013 la Stabilità agisce a partire dal 2014. Rimane sulle sue posizioni senza fare alcuna promessa, invece, il titolare del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, secondo cui «lo Stato non poteva che calcolare i suoi rimborsi sull'aliquota base»: per Saccomanni, in ogni caso, «quelle che restano sono perlopiù somme modeste e allo scopo di non complicare troppo la vita della gente abbiamo fissato il versamento in corrispondenza di altre scadenze tributarie». Per il ministro più in generale un tributo sugli «immobili resta necessario per finanziare i Comuni» e per questo si è scelto nel 2014 di varare un'imposta federale sui servizi affidata agli stessi comuni.
RUOLO DEI COMUNI In attesa di capire se il Parlamento ci metterà una pezza, comunque, una soluzione potrebbe arrivare proprio dai comuni. Il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani ha l'impressione che quelli che avevano alzato l'aliquota «stiano ad uno ad uno annullando quelle decisioni e il problema quindi si risolverà». Un segnale distensivo arriva anche dal responsabile Finanza Locale dell'Anci, Guido Castelli, che pur comprendendo «il malessere diffuso e la rabbia dei sindaci», invita ad archiviare la questione e a «concentrarsi sulla stabilizzazione del sistema della finanza locale».
SINDACI ARRABBIATI Ma i sindaci non ci stanno. Sulla storia dell'«extra Imu», di cui il 40%, nei comuni in cui l'aliquota è stata innalzata, graverà sulle spalle dei cittadini, si sentono «traditi», umiliati, offesi. «Ci sentiamo presi in giro, il Governo tende a spostare le sue contraddizioni a livello locale», sbotta il sindaco di Livorno, presidente di Anci Toscana, Alessandro Cosimi. Che è netto: «O verranno rispettati gli accordi che erano stati presi o vi sarà la rottura istituzionale ed ogni iniziativa locale sarà diretta a dimostrare l'incapacità del Governo».
Ancora più arrabbiato il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, che promette: «Se il decreto non cambierà io disubbidirò, rinuncerò a 3,5 milioni di euro di entrate ma non metterò le mani in tasca ai ravennati a causa di questo imbroglio. Sfonderò il patto di stabilità».
Tuttavia non manca, tra i sindaci che non hanno aumentato le aliquote, chi fa intendere che con il decreto del Governo, «finalmente vengono smascherati i furbetti».
LEGGE DI STABILITÀ Domani, intanto, la Legge di Stabilità inizia la seconda lettura, quella di Montecitorio. Giovedì 5 scade il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione Bilancio, per entrare nel vivo però dopo il 10 dicembre. Per tornare poi al Senato ed essere varata velocemente e in via definitiva a fine dicembre. Molti però i nodi rimasti da sciogliere.
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