Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ppr, il ministero a muso duro

Fonte: L'Unione Sarda
29 novembre 2013


A Cappellacci gli devono aver fischiato le orecchie tutto il giorno. Mentre il suo Piano paesaggistico veniva raccontato semplicemente come l'inferno in terra. Invitato al convegno nazionale del Fai, ieri a Cagliari al teatro Massimo, non si è fatto vivo e non ha mandato nessuno a rappresentare la Regione. Era a Orune, Bitti, Onanì, Lula, e non ha gradito gli attacchi a distanza, infatti ha replicato poi con una serie di comunicati per niente amichevoli. Ma intanto, davanti a migliaia di persone, sicuramente non talebani della natura, gli ospiti della conferenza (professori, imprenditori, pastori, dirigenti pubblici) discutevano delle responsabilità del disastro del 18 novembre, del saccheggio indiscriminato dell'Isola, di coste violentate, case vuote, mancanza di sicurezza, rischio idrogeologico, scarsa cultura, avidità e clientelismo. Allo stesso tempo si offrivano idee, soluzioni, strategie per lo sviluppo. Partendo comunque da un presupposto considerato essenziale: il nuovo Piano paesaggistico deve essere revocato. Lo chiede il trust guidato da Andrea Carandini e Giulia Maria Crespi (a livello locale da Maria Grazia Piras) nella mozione dedicata alle vittime di Cleopatra approvata al termine dei lavori - «oggi paghiamo la grande illusione del cemento, che purtroppo il Pps ripropone», e il ministero dei Beni culturali è pronto a impugnarlo davanti alla Corte costituzionale.
I motivi li spiega tecnicamente, a una platea che ha appena fischiato il governatore, Maria Assunta Lorrai, direttore del Mibact. «La nostra amministrazione aveva siglato con il presidente Cappellacci un disciplinare per un tavolo di copianificazione. Dovevamo fare una revisione e un adeguamento del Piano del 2006, correggere alcuni errori, non migliaia, alcuni. Per un po' c'è stato un ritmo intenso, gli uffici sardi e quelli romani hanno lavorato bene, spesso in videoconferenza, per risparmiare denaro». A un certo punto però il meccanismo si è inceppato. «La Regione, senza preavviso, unilateralmente ha interrotto l'iter. Siamo rimasti stupiti e rammaricati, anche perché poi ci siamo sentiti dire che non abbiamo collaborato». Lorrai, per la prima volta, illustra la sua versione dei fatti. «È vero che ci siamo fermati e il motivo è che abbiamo trovato allentamenti della tutela e della sicurezza, provvedimenti su cui non eravamo d'accordo riguardo alla fascia costiera, alle zone agricole e ai centri storici. Ne abbiamo discusso, volevamo approfondire, invece la Regione pretendeva un percorso veloce e superficiale. Avevamo sottolineato il fatto che avrebbero dovuto rivedere il piano casa, la legge sul golf, gli atti normativi, gli usi civici. Non è successo. Si sono trincerati, hanno detto: “O firmate così come vogliamo noi o non se ne fa niente. Così il ministero ha dato incarico ai legali di studiare l'impugnazione del provvedimento. Dispiace che Cappellacci abbia gridato in seguito al complotto politico. Vorrei dirgli», conclude pacatamente Lorrai, «che il paesaggio non è né di sinistra né di destra, semplicemente deve essere salvaguardato, pensando ai nostri figli e alle generazioni future». Applauso.
Poco prima era stata la presidente onoraria del Fondo per l'ambiente italiano, Giulia Maria Crespi, ad attaccare le istituzioni assenti. «Sono rimasta male perché il ministro dell'Agricoltura è a Roma. Nei giorni scorsi, leggendo i giornali ho avuto un tuffo al cuore e mi sono chiesta: quanta responsabilità in questa tragedia hanno avuto la speculazione, l'incuria, l'indifferenza verso la tutela delle acque e tutte le costruzioni abusive fiorite nei posti sbagliati?». Prosegue: «La Sardegna è dimenticata, abbandonata, sfruttata. Penso ai poligoni di tiro che hanno avvelenato l'erba e il mare; all'inquinamento delle miniere di carbone e a cosa ha fatto l'affare petrolchimico; a La Maddalena, sembrava che con il G8 dovesse risorgesse, invece è infestata dalle scorie; a Caprera, dove un centro velico conosciuto in tutto il mondo sta chiudendo; penso ai militari che requisiscono ovili e greggi a famiglie che non sono state in grado di pagare mutui trentennali; ai trasporti, costa meno una crociera a Dubai che un week end qui». L'anziana signora ha la passione di una studentessa militante, e aggiunge: «Anche Cappellacci sarebbe dovuto essere qui a rispondere, invece non c'è, comodo così».
In serata la nota piccata e poco chic di Ugo Cappellacci: «A chi è dotato di un minimo di buon senso dovrebbe essere chiaro il motivo per cui la partecipazione ad un convegno passi in secondo piano dinanzi a questioni di straordinaria importanza. Restare al fianco di sindaci e cittadini, andare sui luoghi feriti, è molto più importante di un ambientalismo praticato dai salotti o dalle terrazze delle ville prestigiose vicino alle spiagge della nostra Isola».
Cristina Cossu


«Siamo contrari
a dire no a tutto»

 

«Il Fai non è un'associazione ambientalista, la nostra missione è quella di curare luoghi speciali, che possono essere sia foretste primarie che opere dell'uomo», dice il presidente del Fondo, Andrea Carandini. «Sfatiamo un mito: per preservare la natura è sbagliato dire no a tutto, per noi il territorio non è un museo. Lo scopo di un Piano paesaggistico è quello di stabilire regole desunte dalla storia, per creare nuova storia». 


«Riutilizziamo
gli edifici vuoti»

 


«Abbiamo costruito troppo e male, quattro volte il nostro fabbisogno, e trasformato le campagne nelle peggiori periferie», dice il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. «Bisogna sfruttare le cubature inutilizzate e restituirle ai cittadini, per farle rivivere. Uno dei punti principali della candidatura della nostra città a capitale della cultura riguarda la capacità di mettere in moto meccanismi virtuosi». 
 


«Bellezza violata
e roccia stuprata»

 


«Se poi, nel cercare di capire come può essere che anche dall'ombra possa scaturire un senso, vi trovaste a passare da queste parti, ebbene è da qui, da qui soltanto, che bisogna partire, perché questo è il posto giusto, di bellezza violata, di roccia stuprata, d'acqua strozzata nell'arteria di cemento armato». Così lo scrittore Marcello Fois, in sardo, accompagnato da Pinuccio Sciola e dal musicista Gavino Murgia. 


«Puntare su giovani
e formazione»

 

«Basta con i contributi a fondo perduto, con i finanziamenti regalati, è necessario che un imprenditore possa andare in banca, esporre il suo progetto, e ricevere una risposta nel giro di due giorni», dice Bobore Bussa, imprenditore agricolo. «In agricoltura bisogna favorire il ricambio generazionale abbattendo le barriere d'ingresso, puntare sulla sostenibilità e investire in formazione».