Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Auguri Santa Caterina, un secolo magistrale

Fonte: L'Unione Sarda
15 dicembre 2008




La memoria e l'infanzia. Il tempo ciclico delle generazioni, un'eco di voci di bambini che le mura avranno pure assorbito, in cent'anni. Antonio Romagnino, Ugo Carcassi, Gianni Agus, Vittorio Tramer, per citare solo quattro famosi alunni di ieri. Gradini di marmo consumati dal saliscendi, ringhiere di ghisa con strati di vernici, banchi e lavagne antichi in bella mostra negli anditi, e poi stampe, dipinti, armadi, panche, librerie coi vetri soffiati. Ma soprattutto una scuola affacciata sul cielo e sul mare, la vertigine quotidiana di un panorama che non è mai uguale, perché il porto è vivo e il mare ha umore incostante, può essere plumbeo e un attimo dopo blu scintillante. Sono passati cent'anni, ma la fascinazione che suscita il luogo è rimasta intatta. E la memoria, la stratificazione geologica e umana del maestoso edificio che affaccia sul Bastione di Santa Caterina, fra le vie Canelles e Fossario, è in via di minuziosa ricostruzione, da parte di maestre e alunni. Scuola di Santa Caterina, Castello, Cagliari. Cento anni fa gli abitanti del quartiere non la volevano: l'Unione Sarda di allora riporta la polemica. Pensavano forse che fosse uno sfregio destinare un luogo di silenzio e raccoglimento alla vitalità dei bambini. Fino a fine Ottocento Santa Caterina era un monastero di suore domenicane, fondato nel 1638 con annessa chiesa, edificata qualche anno dopo. Nel 1747 era crollata la parte che affacciava su via Fossario e molte suore erano morte. Venne restaurato ma solo a fine Ottocento il comune di Cagliari ne entrò in possesso. Nel 1906, durante i lavori per la sistemazione delle fondamenta, Giovanni Tolu, muratore, scopre una cripta: una quarantina di scheletri di suore e quelli di due bambine, future novizie. Ma quella scuola non ha nulla di tetro. Sarà la luce che la ammanta, il bagliore dei bastioni. E soprattutto l'energia e la passione che irrompono dalle insegnanti, per le quali gli unici tagli, per ora, sono quelli che loro stesse fanno al proprio tempo libero. Perché le maestre di Santa Caterina sono uniche nel vero senso della parola. Uniche come tutti quegli insegnanti che del proprio lavoro fanno una missione pedagogica, senza risparmiarsi in nulla, tornando a scuola la sera e i giorni liberi, portandosi a casa i progetti da mandare avanti, la lista delle cose da fare per le loro classi. Come tutti i festeggiamenti per questo anniversario, orchestrati dalla dirigente scolastica Rosa Maria Manca, con le maestre Carmen Sulis e Agnese Onnis (e resi possibili grazie a Fondazione Banco di Sardegna, Regione, Provincia, Comune). Quattro giornate, distribuite fino alla chiusura dell'anno scolastico. La prima eri pomeriggio, al Bastione, Passeggiata Coperta, con MemoriAteatro, esito di laboratorio teatrale degli alunni della scuola, a cura di Rimedia Puggioni. Poi testimonianze di scolari di ieri e di oggi, ricordi e auspici, emozione e sguardo al futuro della scuola. Che, in vista dell'apertura al pubblico, con visite guidate fatte dai bambini (probabilmente per Monumenti aperti), si sta trasformando in scuola-museo. Dai polverosi sotterranei le maestre stanno recuperando impensati reperti, come i macchinari tipografici Saroglia del 1912, con cassettiere gremite di caratteri, bottiglie di inchiostri, torchi. Una tipografia completa, restaurata e resa funzionante. Carmen Sulis ha già in mente un laboratorio, perché i bambini capiscano il lento cammino da Gutenberg alla stampante. Ancora da recuperare ci sono maschere antigas del periodo della guerra, quando nei sotterranei si rifugiavano gli abitanti del quartiere. Poi una rudimentale poltrona da dentista, che si usava per curare gli alunni, controllati periodicamente dal medico scolastico. Recuperi per dire - e far capire ai bambini - che la memoria non dev'essere oblio, sotterraneo, polvere, ma vitale riferimento per comprendere il presente, l'evoluzione del tempo. E che una scuola moderna è molto di più di quello cui si tenta di ridurla oggi.
RAFFAELLA VENTURI

13/12/2008