Rassegna Stampa

web cagliaripad.it

“I Pagliacci” al Lirico, denuncia dei sindacati: “Allestimenti con materiale degradato”

Fonte: web cagliaripad.it
5 novembre 2013

Venerdì due novembre il debutto dell’opera diretta da Franco Zeffirelli. Denuncia delle sigle: “Sabato mattina sono stati scaricati i tre tir contenenti l'allestimento e molti lavoratori sconcertati hanno constatato che il materiale scenico è in avanzato stato di degrado”


redazione@cagliaripad.it


 

Materiale scenico dei Pagliacci, opera che sarà diretta dal regista Franco Zeffirelli, da rimettere a posto a tempo di record prima del debutto (venerdì 22 novembre) al Teatro lirico di Cagliari. La denuncia arriva dalle sigle sindacali Fistel-Cisl, Slc-Cgil, Css, Snater e Usb della Fondazione: "Sabato mattina - spiegano - sono stati scaricati i tre tir contenenti l'allestimento e molti lavoratori sconcertati hanno constatato che il materiale scenico è in avanzato stato di degrado".

   Morale della favola: secondo i sindacati "occorrerà un immane e costoso lavoro di ripristino, sempre che ci siano i tempi tecnici per farlo, per tentare di riportare in vita un allestimento che porta con sé tutti i segni inesorabili del tempo, conservato malissimo in chissà quale magazzino".

I rappresentanti dei lavoratori vanno all'attacco anche sul fronte spese: "Solo il noleggio di questo allestimento - denunciano - costerà 100 mila euro, alcuni costumi a parte (10 mila euro di noleggio dall'Opera di Roma) poiché con tutta probabilità non sono sopravvissuti all'incuria del tempo".

   Niente contro il regista, naturalmente. "E' gradito a tutti l'arrivo per la prima volta a Cagliari del maestro Zeffirelli, che quest'anno festeggia 90 anni - chiariscono i sindacati – ma con un progetto sostenibile dalle attuali condizioni economiche gestionali della Fondazione, situazione che solo pochi giorni fa vedeva lo stipendio dei dipendenti a rischio".

L'esempio che si deve seguire, secondo le cinque sigle, è quello dell'opera I Shardana. "Un allestimento moderno e tecnologico – sottolineano - prodotto interamente dalla Fondazione, quindi sua proprietà e marchio di qualità, teso alla riscoperta del patrimonio identitario e culturale sardo, con l'ambizione di diventare il simbolo della cultura sarda nel mondo, ovviamente se sfruttato con sapienza nel prossimo futuro".