Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Amsicora tra vittorie e sogni infranti

Fonte: L'Unione Sarda
5 novembre 2013


VIA DEI SALINIERI. Gli scenari dopo il no del Comune al progetto per un mega centro sportivo
 

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Gli scudetti sulle pareti della presidenza non si contano più, ma la crisi non guarda in faccia neanche la Juventus dell'Hockey su prato. L'Amsicora Cagliari nonostante le difficoltà che la accomunano a tutto il movimento sportivo riesce ogni anno nell'impresa di confermarsi ad altissimi livelli. Il segreto? «Tagliare le spese dove si può - dice il presidente Alessandro Dedoni - fare la tanto temuta spending review. E contemporaneamente mettere a reddito tutto quello che si può».
Certo, avere uno stadio di proprietà è un vantaggio, ma gestire una struttura imponente con oltre un secolo di vita ha i suoi contro. Soprattutto se la volontà della dirigenza di creare un moderno centro sportivo si scontra contro il muro della burocrazia. «Nel 2010 era tutto pronto - racconta Dedoni -, avevamo il progetto, il budget e la copertura finanziaria. Ventinove milioni di euro da investire per un albergo da 250 posti, una piscina olimpionica e una club house. Neanche un centesimo a carico della collettività. Poi il dietrofront improvviso del Comune e la bocciatura del nostro progetto preliminare». Uno stop improvviso che la società ha voluto portare davanti ai tribunali. Il ricorso è arrivato in Consiglio di Stato, ma la ristrutturazione mancata rimane «una ferita ancora sanguinante», dice Dedoni. «Ora le banche hanno ritirato il loro assenso e anche se dovessimo vincere la causa, il progetto resterà per sempre un sogno».
I bilanci invece sono reali. Ogni anno le attività sportive richiedono 350mila euro. Spesi per trasferte, iscrizioni, materiale tecnico e stipendi. Ai quali si aggiungono altri 100mila euro per la manutenzione ordinaria degli impianti. I soldi della Regione non bastano e il presidente ha deciso di sfruttare qualsiasi risorsa. «Ogni locale può essere affittato, vendiamo gadget, attrezzature sportive personalizzate, forniamo servizi di fitness ai cittadini, tutto può produrre reddito». Rimane la voglia di investire no. «Abbiamo stanziato quasi un milione di euro per ristrutturare completamente lo stadio. Spogliatoi e pista nuova, per offrire servizi migliori a un numero maggiore di tesserati».
Il pensiero di Dedoni è rivolto anche a chi deve combattere la crisi da solo. «Mi metto nei panni dei miei colleghi che gestiscono piccole società di periferia, non possono contare su sovvenzioni pubbliche e non posseggono alcuna struttura. Sapete come fanno ad andare avanti? Soltanto con il buon cuore dei loro associati».
Il destino dello sport sembra quindi segnato dalla mancanza cronica di risorse economiche. «Affidare questo movimento all'opera gratuita dei dirigenti, sebbene capaci e volenterosi, non porterà nessun beneficio. La funzione sociale dello sport deve essere riconosciuta e valorizzata. Non può essere svilita in questo modo. Basterebbero poche risorse, ma certe, per tenere a galla lo sport in Sardegna». (lu.ma)