Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quando Galileo Galilei vide un cielo nuovo

Fonte: L'Unione Sarda
5 novembre 2013


Si apre questo pomeriggio all'Exmà la sesta edizione del Festival
 

“Ieri, oggi, domani, le sfide della scienza”
Vedi la foto
«La scienza non ha altro comandamento che servire la scienza». Questo faceva dire Bertold Brecht al suo Galileo, un uomo “colpevole” di aver capito grazie a uno strumento straordinario come il cannocchiale l'errore su cui poggiavano la teoria del sistema tolemaico e con essa le verità della Chiesa. Sappiamo tutti come andò: il processo, l'abiura, l'esilio nella casetta in Toscana dove il grande scienziato scrisse ancora i suoi pensieri sui suoi studi. Un tesoro prezioso di ricerca e intuizioni lasciato all'umanità insieme a quel cannocchiale e alle speciali lenti con le quali Galileo vide un nuovo cielo.
“Il nuovo cielo di Galilei” è giusto il titolo della conferenza con la quale Michele Camerota, professore dell'Università di Cagliari aprirà questo pomeriggio la sesta edizione del Festival della Scienza, un bellissimo e intelligente appuntamento, promosso dall'associazione “Scienza società scienza”, che animerà Cagliari da oggi fino a domenica con incontri, appuntamenti, conferenze, laboratori e mostre che avranno come ideale filo conduttore la capacità della scienza di guardare sempre un passo in là per cercare di oltrepassare i limiti. Una passione racchiusa nello slogan “Ieri, oggi, domani, le sfide della scienza”.
Si comincia dunque alle 16,30 all'Exmà, con le pagine del “Siderus Nuncius” raccontate dal professor Camerota e lette, in alcuni brani, dall'attore Gaetano Marino. Quando il 13 marzo del 1610 il piccolo libro di Galileo Galilei vide la luce, l'assetto celeste cambiò drasticamente: il vecchio cielo di Aristotele lasciò per sempre il posto a un nuovo cielo dove la stella del sole era e restava immobile. Una scoperta straordinaria.
È questa la forza della scienza: rivoluzionare le vite. Dalle cose che oggi ci appaiono semplici come l'arrivo alla fine degli anni '50 della corrente elettrica in molti centri della Sardegna ancora al buio , al presente quotidiano fatto di tablet, smartphone, notizie che volano velocissime in rete. Per non parlare dell'invenzione degli antibiotici o della scoperta del Dna, il libro genetico nel quale è scritta la storia.
Il menu del Festival è ricchissimo. Sono 57 gli appuntamenti in programma che culmineranno domenica mattina alle 10,30 all'Exmà. Marco Cattaneo, direttore delle riviste “Le Scienze” e “National Geografic Italia”, affronterà il tema della comunicazione della scienza. Che ha un linguaggio peculiare ma non per questo meno chiaro. Ce lo dirà (mercoledì) uno degli ospiti, Guido Pegna dell'Università di Cagliari, che andrà alla ricerca dei modi e delle tecniche rintracciati nei narratori di scienza. Andrea Frova, scrittore e professore universitario di La Sapienza, converserà (giovedì) col collega cagliaritano Franco Meloni sul libro “La passione di conoscere. Storia intima della scienza che ha cambiato il mondo”. Ancora uno scrittore Antonio Pascale, insieme con Amedeo Balbi intreccerà un racconto a due voci che ci farà viaggiare dall'origine dell'universo ai giorni nostri. Non mancheranno i ritorni, come quello di Gianluigi Gessa che cercherà di spiegare che cosa succede nel cervello quando ci si sente felici, e di Giorgio Haeusermann. A lui il compito di dirci con quali giocattoli hanno trascorso l'infanzia Einstein, Galilei e Newton.
Quest'anno il Festival, che ha il patrocinio della commissione nazionale dell'Unesco, abiterà per diverse iniziative anche al parco di Monte Claro.
Tutte le informazioni sugli appuntamenti sono disponibili nei siti: www.scienzasocietàscienza.eu e www.festivalscienzacagliari.it e agli indirizzi email presidente@scienzasocietascienza.eu e info@scienzasocietàscienza.eu. (c.p.)