Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il cimitero dimenticato

Fonte: L'Unione Sarda
4 novembre 2013


Il saluto ai defunti non è stato fermato dalla pioggia: folla a San Michele
 

Bonaria, percorso di guerra tra le zone pericolose
 

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Parcheggiatori abusivi e venditori d'ombrelli improvvisati sorridono. La pioggia rallenta ma non ferma la processione dei cagliaritani al cimitero di San Michele. E a Bonaria ci pensano anche le transenne e i cartelli di pericolo a bloccare chi si avventura tra gradoni e cappelle gentilizie ormai prive di padroni. Piante di capperi cresciute a dismisura, erbacce incolte, tombe profanate e muri scrostati. Lo stato d'abbandono è evidente, i cittadini protestano. «È una vergogna», polemizza Marta Mura, 68 anni, cagliaritana. «Ogni anno è sempre peggio».
Marcello Pili passeggia per i viali sotto i cipressi armato d'ombrello e con famiglia al seguito: «Dovrebbe essere uno dei fiori all'occhiello della città, invece è lasciato in balìa di se stesso». La pioggia non dà tregua per tutta la mattina, ma i più temerari non rinunciano a far visita ai propri cari. Qualcuno vorrebbe, ma non può: nella collina che s'arrampica sino alla basilica di Bonaria alcune tombe sono inaccessibili. Tutta la parte alta del cimitero è sbarrata. A destra o a sinistra la fotografia è identica, con paletti di metallo e cordoni neri da cui penzolano cartelli allarmanti: le intimazioni Pericolo, vietato oltrepassare sono ormai parte integrante del panorama. «Sono lì da anni», racconta indignata Martina Desogus, 37 anni, di Selargius, mentre s'aggira nel perimetro carico di storia alla ricerca di una scala d'alluminio per raggiungere la lapide di suo bisnonno.
Il conte e la contessa Pes giacciono per terra: la lastra di marmo è caduta dalla parete. Stessa sorte è toccata a Maria Massacci Deffenu, e a tanti, tantissimi altri. I bidoni per l'immondezza non mancano, peccato per tutto il resto. Per decenni il cimitero monumentale di Bonaria ha goduto di grande fama, oggi versa in stato di totale abbandono. Costruito nel 1828 dal capitano del Genio militare Luigi Damiano, è stato aperto il primo gennaio 1829, e trent'anni dopo ampliato su progetto di Gaetano Cima. Ora cade a pezzi: passando dall'ingresso laterale di via Ravenna, dopo qualche metro ci s'imbatte in lucernari crollati, tappeti di calcinacci e cappelle fatiscenti. «Com'è possibile che il Comune non intervenga?», s'interroga Angela Cocco, 71 anni, cagliaritana. L'indignazione corre anche in rete, su Facebook esiste una pagina con più di mille e quattrocento iscritti dal nome eloquente: “Cimitero monumentale di Bonaria, un patrimonio da salvare”. Dal 1968 le sepolture si effettuano solo nel cimitero di San Michele, aperto nel 1940. Struttura più recente, ma parte dei muri si presentano mangiati da infiltrazioni e umidità. La pioggia frena ma non ferma le visite. È una viavai continuo, le lapidi sono al loro posto. E oggi si replica.
Sara Marci