Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Punteremo sul mondo dei sapori»

Fonte: L'Unione Sarda
21 ottobre 2013


Il presidente Schirru ammette: «La crisi ci sta penalizzando, gli espositori non vengono più nell'Isola»
 

Camurri (Camera di commercio) prova a rilanciare la Fiera
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È una Fiera in bilico. Balla tra oblìo e rilancio con molti punti interrogativi e risorse lontanissime dai fasti delle vacche (troppo) grasse. Il polo di viale Diaz rischia di scivolare verso il declino, spinto dai venti gelidi della crisi e da progetti superati, non più al passo col mercato. «Serve una terapia d'urto», ammettono tra i padiglioni nati più di cinquant'anni fa, «per riconquistare le vetrine che contano», riportando quei dodici ettari dalle mille potenzialità al centro della città, con idee più snelle e moderne.
POCHE RISORSE A complicare le cose c'è la mannaia della spending review supportata dai vincoli rigidissimi dei tetti di spesa. «Non possiamo far volare troppo i sogni ma porteremo al centro dei nostri pensieri l'enogastronomia e l'artigianato», assicura Luca Camurri, nuovo segretario della Camera di commercio, che controlla l'azienda speciale di viale Diaz. Origini cagliaritane e mentalità costruita a Torino: «Inutile negare che esistano problemi, accentuati dalla stagione di grande crisi. Ma le potenzialità del quartiere fieristico sono fuori discussione. La posizione è unica, come gli spazi utilizzabili. Cambieremo molte cose». L'entusiasmo è tangibile: «Punteremo a creare un'Università del gusto, sfruttando le pecularietà della Sardegna, che non è seconda a nessuno sul fronte dell'offerta agroalimentare».
PROGETTI SUPERATI Di sicuro la Fiera non può più permettersi di vivere sugli allori di un weekend di sorrisi e presenze - col Turisport - nascondendo sotto il tappeto il modello che non funziona più, con una struttura sottoutilizzata che si affida ancora alle rassegne espositive figlie della cultura degli anni Sessanta. A partire dalla Campionaria, troppo uguale a se stessa, ormai travolta dai nuovi modelli di mercato, tra globalizzazione e vendite on line. «Purtroppo la crisi si fa sentire», spiega Ignazio Schirru, presidente dell'azienda speciale della Camera di commercio. «Nell'ultima edizione della Fiera di aprile abbiamo visto un crollo delle adesioni degli espositori nel campo dell'arredamento», racconta Ignazio Schirru, presidente della Fiera. «Le aziende specializzate nel settore di Lombardia, Veneto e Emilia Romagna hanno rinunciato a venire in Sardegna. E noi abbiamo perso uno spazio espositivo di cinquemila metri quadri».
IL NUOVO CDA La cura dimagrante negli assetti di comando (imposta dal decreto Brunetta) ha mandato a casa il vecchio board con diciotto consiglieri e ha preso forma un cda molto più snello. Si è insediato in settimana con Simonetta Caredda e Lino Bistrussu, espressi dalla Camera di commercio, e Giorgio Marongiu e Efisio Pireddu, indicati dal Consiglio regionale. Con loro c'è il presidente Schirru. «Lavoreremo anche sul fronte del turismo congressuale. Ci sono dodici sale, tremila posti disponibili, con la grande capienza del palacongressi, che può ospitare più di novecento persone».
PIANO DI RISTRUTTURAZIONE La Fiera deve però fare i conti con i segni del tempo: edifici e padiglioni mostrano rughe profonde che non si sposano bene con un piano di rilancio: «Stiamo per pianificare degli interventi di ristrutturazione che daranno un'immagine più fresca a tutto lo spazio espositivo». Camurri confida in una scossa in poco tempo, «anche se non è importante partire in fretta, ma arrivare bene al traguardo». Le idee in tavola ci sono ma dovranno passare al vaglio della giunta e del consiglio camerale di largo Carlo Felice: «Vogliamo creare un circuito virtuoso tra giovani, Università e aziende, sfruttando i nostri gradi spazi al centro della città. La Fiera è una scommessa che si può vincere». (g. z.)