Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I cittadini e la guerra dei pini: Ci opporremo ad altri tagli

Fonte: L'Unione Sarda
14 ottobre 2013

TERRAPIENO. Ieri manifestazione, oggi sarà bloccato il cantiere

 


Il destino degli alberi del Terrapieno non è ancora segnato. Ne sono convinti i partecipanti all'assemblea che si è tenuta ieri mattina in viale Regina Elena davanti al cantiere nel quale sono stati già abbattuti cinque pini e dove nei prossimi giorni si procederà allo spostamento di quattro piante centenarie colpevoli di aver danneggiato con le radici il sottostante muro di sostegno. Residenti, ambientalisti e cittadini si sono così uniti in un abbraccio simbolico al patrimonio arboreo in pericolo e annunciano che se il Comune non farà retromarcia da oggi ostacoleranno i lavori con ogni mezzo.
LE PROTESTE «È impensabile che nel 2013 la ristrutturazione di un muro debba comportare una strage di alberi - ha commentato uno dei promotori della protesta, Andrea Olla, ambientalista - il Comune inoltre parla di emergenza anche se il progetto è stato redatto nel 2008». Gli fa eco Adele Piras, residente in via San Saturnino. «Esistono pareri alternativi altrettanto validi che sostengono si possa mettere in sicurezza il cantiere lasciando gli alberi al loro posto, noi chiediamo di prenderli in considerazione».
I precedenti confortano i sostenitori della battaglia, su provvedimenti analoghi il Comune è tornato sui propri passi: «Nel 2010 una mobilitazione popolare salvò dal taglio cento ficus in piazza Giovanni XXIII - ricorda Olla - non sì può calpestare il volere della cittadinanza».
PRONTO UN RICORSO AL TAR I manifestanti sono sicuri di avere la legge dalla loro parte: «Il Piano paesaggistico regionale proibisce interventi così invasivi nei centri storici - ha spiegato Maria Paola Morittu, esponente di Italia Nostra - siamo pronti a presentare un ricorso al Tar per far valere le nostre ragioni, ma prima è necessario spegnere le motoseghe perché domani potrebbe essere troppo tardi».
Giovanni Dore, consigliere comunale dell'Idv ha spiegato che «gli uffici tecnici stanno vagliando soluzioni alternative», ma i cittadini lamentano la poca chiarezza espressa fino ad ora dall'Amministrazione, anche in considerazione del fatto che nel programma del sindaco è prevista, in previsione di situazioni del genere, la Conferenza cittadina sul verde pubblico. «Nessuno ci ha dato certezze sull'esito positivo dell'espianto - commenta Francesco Scanu, residente a poche decine di metri dal cantiere incriminato -, né spiegato come il rifacimento di un muretto possa costare 312mila euro».
Il gruppo di cinquanta persone riunitosi ieri si è sciolto con un arrivederci alle otto di oggi. «Se il sindaco Zedda non ci ascolta - hanno annunciato i promotori - siamo pronti a ostacolare i lavori con ogni mezzo».
Luca Mascia