Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Biblioteca, una storia infinita

Fonte: L'Unione Sarda
30 settembre 2013

Manca l'agibilità e bisogna terminare i muri. Il responsabile: entro l'anno si parte sul serio

 

Tutti i problemi dell'ex Villa Clara, intitolata a Emilio Lussu


  

Vero: è bellissima. Peccato che sia ancora chiusa. Sette anni dopo il finanziamento del progetto, tre anni e mezzo dopo l'inizio dei lavori, almeno due inaugurazioni (forse tre, si è perso il conto), promesse e proclami, una valanga di soldi spesi, per il restauro, il recupero, e ancora per lavori complementari, consulenze, perizie e arredi, insomma, dopo un'attesa infinita, la biblioteca provinciale di Monte Claro, intitolata a Emilio Lussu, è frequentata solo da due operatori che stanno sistemando i libri sugli scaffali (mentre nella vecchia, in vico San Giovanni, il prestito è sospeso). L'agibilità non c'è, la domanda è stata presentata al Comune a luglio ma al catasto serve un documento della Regione che attesti la voltura. Poi bisogna rifare i muri, interni ed esterni, perché in tutto questo tempo se li è divorati l'umidità (sono di tufo) e allora sono stati “riaperti”, ma - assicurano i tecnici - ormai il problema è risolto, si stanno asciugando, e basta una ritinteggiatura. Ancora: gli arredi acquistati, costati 120 mila euro, non sono sufficienti, e si sta valutando di “riciclare” mobili degli uffici in via di smantellamento, dato che in teoria l'ente, commissariato, è destinato a scomparire, ma prima di toccare qualcosa serve la sentenza definitiva dei giudici amministrativi sul ricorso dei consiglieri. Poi: bisogna completare il trasferimento dei volumi, fare la gara d'appalto per il punto ristoro, buttare giù il muro che separa l'edificio dalla parte del colle dove stanno gli ambulatori Asl, decidere se e come recintare la Villa e studiare un servizio di trasporto su e giù per il parco.
Secondo Michele Camoglio, ingegnere della Provincia e responsabile unico del procedimento, «entro l'anno, prima di Natale, la biblioteca sarà aperta al pubblico». Meglio non parlare di inaugurazioni. Perché, chissà, forse nel caso specifico hanno portato sfortuna.
Le prime notizie diffuse sul grande progetto sono del 2006: Villa Clara, che nell'immaginario collettivo dei cagliaritani era un luogo di dolore, sarebbe resuscitata e diventata un fantastico polo culturale. Da abitazione estiva del deputato e banchiere Pietro Ghiani Mameli e di sua moglie Clara ad alloggio del direttore dell'ospedale psichiatrico su un progetto di Stanislao Palomba del 1900. Da reparto di isolamento - negli anni Sessanta - della sezione femminile dopo l'inglobamento nel complesso del manicomio a casa-famiglia e a sede della Protezione civile, nei primi anni Ottanta. Poi l'abbandono. Per i lavori erano stati stanziati 4 milioni di euro: tre e mezzo del Por Sardegna 2000-2006 e 500 mila euro della Provincia. Problemi vari (i soldi stavano per tornare a Bruxelles, una complicata intesa tra Regione, Comune, soprintendenza ai Beni architettonici e ufficio Tutela di paesaggio, un ricorso al Tar di un'impresa arrivata seconda) alla fine il cantiere, a marzo 2010, finalmente decolla. La cifra spesa complessivamente è lievitata a 4 milioni 761 mila 567, 59 euro, e ci sono stati altri intoppi: uno, eclatante, è stato un soppalco non previsto nel progetto originario, «un'opera in difformità», abusiva, e l'iter lungo per la sua regolarizzazione. Poi gli annunci dell'ex assessore ai Lavori pubblici, Paolo Mureddu: «Entro la fine del 2010 si apre»; «inaugurazione tra la primavera e l'estate 2011», «tutto pronto al principio del 2012». Il 26 aprile dell'anno scorso, con l'assessore alla Cultura Francesco Siciliano a fare gli onori di casa, c'è stata una grande festa con musica e drink. Il giorno dopo, porte di nuovo sbarrate.
Cristina Cossu