Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Se parli sardo hai un bonus nei concorsi

Fonte: La Nuova Sardegna
26 settembre 2013

QUESTIONI DI LINGUA»LA POLEMICA 
 
Si sollevano voci di dissenso sulla misura di premialità approvata dal Consiglio mentre il sindaco non si sbilancia 
 

 
 
 
Paolo casu (g.misto) Mi sembra una proposta che rischia di rimanere nel cassetto Ogni concorso rischia di essere invalidato
 
 



di Stefano Ambu

CAGLIARI Toc toc. "Chini esti?": il sardo bussa alle porte del Comune per i concorsi pubblici. Un primo passo è stato il sì dell'aula sulla conoscenza della lingua isolana come elemento di valutazione in concorsi e selezioni dell'amministrazione. Ma c'è di più: la limba, variante cagliaritana, potrebbe entrare anche alle elementari e alle medie. L'idea è giá stata lanciata ieri dal consigliere Pd Claudio Cugusi e arriverà prestissimo in aula come proposta autonoma: il "casteddaiu" da insegnare nelle scuole dell'obbligo. Ma la limba era già entrata in consiglio la scorsa primavera con la facoltà, concessa ai consiglieri, di esprimere punti di vista e presentate interrogazioni parlando in sardo. Il tema riportato in aula dalla mozione (poi approvata) sul sardo nei concorsi al Comune, martedì in aula, ha coinvolto tutti. Anche il sindaco Massimo Zedda che, senza sbilanciarsi, ha citato la complessità della lingua e gli studi del Canonico Spano. Ma l'argomento ha diviso l'assemblea. Diversi consiglieri sono intervenuti in sardo. E si sono sentiti diversi accenti e parlate. Una delle prime obiezioni è stata quella del consigliere Maurizio Chessa, Pd. Che ha sollevato proprio la questione delle varianti. «Importante mantenere le tradizioni sarde – ha detto riferendosi al testo della mozione – ma questa potrebbe essere una forzatura».

I consiglieri di Rossomori e Psd'Az sono intervenuti in italiano. Il primo, Giuseppe Andreozzi, ha sostenuto la mozione (era anche lui uno dei firmatari). Il secondo, Paolo Casu, ha palesato più di un dubbio. «Va precisato – ha detto Andreozzi – che si sta parlando di premialitá, non di esclusione per chi non conosce il sardo. Sarebbe un modo per Cagliari di essere capitale della Sardegna. E per la Sardegna un modo di appropriarsi un po' di più di Cagliari». Per nulla convinto, invece, Casu: «Mi sembra una proposta – ha detto il consigliere sardista – che rischia di rimanere nel cassetto. Ogni concorso rischia di essere invalidato. Anche perché molte persone non hanno avuto la fortuna di imparare il sardo». Anselmo Piras, Pdl, ha sottolineato che sarebbe stato opportuno inserire nella mozione anche la richiesta di conoscenza dell'inglese: «È uno strumento – ha detto – per aprirsi al mondo». In difesa della limba, invece, Giovanni Dore, Italia dei Valori. Ha citato studi e studiosi, dal sardo Giuseppe Corongiu, alla docente dell'Universitá di Edimburgo, sostenitrice dei vantaggi per i bambini di un apprendimento bilingue. Soddisfatto il proponente della mozione, Enrico Lobina (Fds): «Dibattito – ha detto – di ottimo livello».