Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Elezioni, parità di genere Le donne: «Sarà rivolta»

Fonte: La Nuova Sardegna
17 settembre 2013

Annunciato ricorso al Tar contro la legge se il Consiglio non riparerà allo sgarbo Le associazioni della Rete: «È vergognosa la doppia e vigliacca bocciatura»




CAGLIARI Se il ricorso al Tar non dovesse bastare, le donne scenderanno in piazza. È l’ultima azione annunciata dalla Rete che raggruppa una decina di associazioni e le commissioni pari opportunità in lotta per la doppia preferenza di genere nelle elezioni regionali del 2014. Per due volte e sempre a scrutinio segreto l’articolo è stato bocciato dall’Assemblea di Via Roma. Una doppia provocazione che per la Rete delle donne non può passare impunità. «O il Consiglio approva subito una delle cinque proposte di legge depositate dai vari gruppi, o daremo battaglia dovunque», è stato l’annuncio di Bruna Biondo del coordinamento. «Il nostro – ha aggiunto – è un vero ultimatum alla politica e alle istituzioni che oggi devono sentire l’obbligo di rimediare in tempi stretti a quell’errore commesso due volte e questa vergogna va cancellata dalla legge elettorale». La Rete delle donne ricorrerà al Tar, ma le «vie legali» saranno sostenute da una mobilitazione davanti al Consiglio regionale, a Cagliari, e negli altri capoluoghi di Provincia. «Conosciamo bene – è scritto nel documento finale della riunione – il motivo che ha spinto la maggioranza dei consiglieri a bocciare l’articolo: è il tentativo codardo e trasversale dell’oligarchia maschile e maschilista, della vecchia politica che ha fallito, di continuare a detenere, manovrare e controllare il potere». La portavoce del coordinamento, Elena Burrai, è stata decisa nell’accusa: «I nostri onorevoli non hanno avuto neanche il coraggio di guardarci in faccia e nemmeno quello civile e politico di sancire, in una legge della Regione, il diritto della parità di genere nelle cariche elettive riconosciuto dallo Statuto e dalla Costizione». Il ricorso al Tribunale amministrativo è sicuro, le marce di protesta anche. «Ma nel caso in cui il governatore dovesse dimettersi prima della fine della legislatura e costringere così sardi a votare con la vecchia legge, la Rete delle donne chiederà ai candidati-presidenti di impegnarsi pubblicamente a introdurre almeno il principio dell’alternanza uomo-donna nelle liste». E se neanche questo dovesse bastare «il coordinamento dirà agli elettori di votare solo le liste virtuose, cioè quelle rispettose della parità di genere». Con un appello finale al nuovo presidente della Regione: «Pretendiamo – è scritto nel comunicato – l’istituzione dell’assessorato alle pari opportunità o, come minimo, di un dipartimento all’interno della presidenza della giunta». Ma prima di pensare al futuro sia chiaro – hanno detto le donne – che «il Consiglio deve riparare subito all’offesa». (ua)