Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Resti medievali nel cantiere del Lirico

Fonte: La Nuova Sardegna
5 dicembre 2008

VENERDÌ, 05 DICEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

L’ALTRA CITTA’



Alla luce le segrete di Villa Muscas, chiesto l’intervento della Sovrintendenza




MAURO LISSIA

CAGLIARI. La città storica continua a ribellarsi ai bulldozer del presente: nell’area di villa Muscas, a due passi dal teatro lirico, la benna dell’impresa impegnata a realizzare la cittadella della musica ha messo in luce imponenti resti di strutture, con ogni probabilità di origine medievale. Si tratta di grandi arcate di pietra, forse quanto rimane delle cantine del complesso abitato nell’Ottocento dal canonico Muscas. A segnalare il ritrovamento è stata la vicepresidente di Italia Nostra Luisa Marini Drò, che ha immediatamente informato il direttore regionale dei beni culturali e paesaggistici Elio Garzillo. E’ partito in poche ore il tam tam fra le sovrintendenze e già oggi probabilmente sarà compiuto un sopralluogo per stabilire l’importanza dei manufatti. A decidere se fermare il cantiere sarà la sovrintendente ai beni archeologici Fulvia Lo Schiavo, ma adesso è l’intero progetto per la cittadella - finanziato dall’Unione Europea con ventidue milioni, il piano era basato su un pit comunale - a rischiare non soltanto uno stop temporaneo ma una profonda revisione.
Villa Muscas rientra fra i beni identitari tutelati dal Piano paesaggistico regionale. La prima conseguenza è che in un raggio di cento metri di distanza dall’edificio storico è vietato metter su anche un solo mattone senza l’esame preventivo dell’ufficio regionale tutela del paesaggio e del Ministero dei beni culturali, rappresentato in città dalle sovrintendenze. Se la legge stabilisce che quanto viene trovato sotto terra appartiene allo Stato, qui si tratta di capire quale sia l’estensione delle strutture antiche e quale valore culturale abbiano in un contesto esplorato finora soltanto in minima parte.
A Villa Muscas è stato allestito ed è aperto al pubblico un museo di strumenti e materiali agricoli, utensili antichi e manufatti di varie epoche. Ma è l’edificio che riveste in sè una notevole importanza, in una città dove si tende a demolire e seppellire piuttosto che a riscoprire: già nel 1885 villa Muscas ospitò la Regia scuola di viticoltura ed enologia, mentre dal 1888 al 1995 l’edificio era la sede dell’istituto agrario Duca degli Abruzzi. Nell’area della villa esiste una cisterna del Trecento, altri vani sotterranei erano visitabili e visitati spesso dai ragazzi del quartiere ancora negli anni Settanta: lunghi cunicoli cui si accedeva attraverso scale ripidissime, usati anche durante la seconda guerra mondiale come nascondigli per armi e attrezzature belliche. Le strutture scoperte dai bulldozer potrebbero far parte del complesso sistema di locali che si troverebbe sotto e attorno all’edificio principale, un ampio labirinto che in tempi remoti doveva essere usato come magazzino per gli gli attrezzi da lavoro e probabilmente anche come ricovero per il bestiame.
La vocazione di quel sito d’altronde è sempre stata agricola, forse non a caso dietro il teatro comunale esiste da decenni un grande vivaio urbano che ora rischia di essere ‘valorizzato’ con le spaventose colate di cemento destinate a formare la struttura della cittadella della musica. Un’opera costosa e inutile, presentata come un prossimo gioiello della città, costata finora la chiusura di una strada e pagata con il caos quotidiano nella circolazione in piazza Giovanni XXIII e in via Sant’Alenixedda, dove si formano ogni mattina code e ingorghi.