Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Separati e indigenti, il Comune li aiuti con il 5 per mille»

Fonte: La Nuova Sardegna
10 settembre 2013

SOCIETÀ»NUOVE EMERGENZE 
 
Mozione in consiglio municipale sul disagio emergente La proposta: un contributo dalla dichiarazione dei redditi 
 

 
 
 
 
 



CAGLIARI Ad aprile, a Quartu, la Caritas ha aperto una casa per padri separati e l’ha riempita subito. La separazione, tra coniugi o nelle coppie di fatto non importa, comincia a essere fra le prime cause delle nuove povertà. Il consigliere comunale di “Patto per Cagliari”, Pierluigi Mannino, ci ha costruito sopra una mozione: colpito da molte vicende riportate da giornali e televisioni, si è documentato sulla portata del problema anche a Cagliari e ha trasferito in una mozione, all’ordine del giorno della seduta di oggi del consiglio comunale, una possibile soluzione per arginare questo disagio sociale crescente. La soluzione è perfino semplice: operare affinché i cittadini donino il 5 per mille della dichiarazione dei redditi al proprio comune di appartenenza e quindi il comune si impegni a promuovere interventi a favore delle persone separate in conclamata condizione di difficoltà. Gianni Viola, ex responsabile regionale dell’Istituto studi sulla paternità, si è occupato a lungo della condizione dei padri sprofondati nell’indigenza: «Un termometro della situazione si ha andando a vedere quali sono le frequentazioni nelle mense della Caritas, soprattutto la sera si notano persone che magari conosciamo, che, per dignità, giustificano la loro presenza lì dicendo che danno una mano e invece devono consumare il pasto. Ormai è un problema all’attenzione delle commissioni per le pari opportunità. L’indigenza che segue alle separazioni riguarda uomini e donne e colpisce anche le famiglie borghesi le quali, già impoverite dalla crisi, quando si sfasciano non reggono più il carico di spese aggiuntive». L’osservatorio della Caritas restituisce davvero un panorama desolante e veritiero. Suor Anna Cogoni è la responsabile della casa per padri separati inaugurata subito dopo Pasqua: «Ormai è un problema macroscopico. Una vera emergenza. E alcuni uomini sono ancora molto reticenti, non chiedono aiuto, vivono nella povertà più assoluta, rischiano di diventare barboni. Abbiamo aperto la casa, si tratta di un immobile sequestrato alla malavita, e si è riempita da subito. Quello della casa è il primo problema. Chi può torna da genitori o sorelle, qui nel capoluogo ci sono cagliaritani, certo, ma anche uomini che vengono dai paesi vicini e del Nuorese. Tutti i padri separati che sono passati in questi mesi nella nostra dimora avevano un lavoro e l’hanno perduto: o perché sono andati in pensione precocemente oppure perché hanno proprio perso il posto, la separazione li ha gettati in uno squilibrio ingestibile. Quel poco che hanno lo impiegano per moglie e figli, a loro non resta nulla, arriviamo anche a dover comprare loro lo shampoo. Spesso si lasciano andare, non riescono a reagire, non accettano la separazione, così come non hanno accettato il confronto con la compagna. Sono uomini di 40, 50 anni, ma ci siamo trovati anche con trentenni in queste difficoltà». Il disagio degli uomini separati è grave anche per un altro aspetto: la gestione dei figli è più difficile. «Ai figli ci tengono – spiega suor Anna Cogoni – li vogliono vedere e quando succede che questo non avviene, vanno in depressione. Avere o non avere una casa a volte è una condizione che fa la differenza: disporre di una casa significa avere la possibilità di ospitare i figli, se non c’è una casa può succedere che il padre separato non riesca più a incontrare i suoi figli. Quest’estate alcuni dei nostri ospiti hanno potuto riabbracciare i figli... venga suor Anna, le presento mio figlio... e anche per i ragazzini è stato importante vedere il padre sotto una luce diversa». (a.s.)