Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Province verso la soppressione ma l’iter è ancora lungo

Fonte: La Nuova Sardegna
4 settembre 2013




CAGLIARI Ieri c’è stata una tappa importante verso lo smantellamento delle Province. La commissione Autonomia, presieduta da Ignazio Artizzu, ha dato il via libera all'unanimità alla leggina che propone la modifica dell'articolo 43 dello Statuto, cancellando tutte le province e in particolare quelle «storiche» e tutelate dalla stessa carta autonomistica, di Cagliari, Sassari e Nuoro. Ora la legge dovrà passare all'esame dell'aula del Consiglio regionale, poi andrà in Parlamento per l'iter di revisione costituzionale che prevede la doppia lettura nei due «rami» per la definitiva approvazione della norma che prevede un solo livello di autonomia locale: i comuni, che possono svolgere le proprie funzioni anche in forma associata. «Questo è solo un primo passo per rispondere ai cittadini sardi che si sono espressi con il referendum», spiega Franco Meloni dei Riformatori «ora la legge deve andare subito in aula assieme alla riforma complessiva degli enti locali in Sardegna: siamo pronti anche ad uscire dalla maggioranza se gli alleati non ci sosterranno in questo». Ma come detto sul provvedimento c’è l’unanimità. «Questa legge si adegua al responso dei referendum», sostiene Gian Valerio Sanna del Pd, « ma la norma, fatta di un solo articolo e poche parole, ha un punto debole: resta priva di senso che non è accompagnata dalla più generale riforma degli enti locali». Per il coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa, «con il via libera della commissione Riforme alla modifica dell'articolo 43 dello Statuto, è stato fatto un altro significativo passo avanti verso l'attuazione dei referendum. Ora, però, da subito il Consiglio regionale deve lavorare per approvare la legge che ridistribuisce le competenze ai Comuni e alle loro aggregazioni». Ignazio Artizzu è soddisfatto: «Con questo positivo staccare la spina a questi enti che hanno fatto il loro tempo, si va nella direzione di ridurre i costi e i posti della politica. Un passo in avanti storico perché si va a modificare l’assetto istituzionale dell’isola».