Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le notti insonni tra ristoranti e “chupiti”

Fonte: L'Unione Sarda
19 agosto 2013

IL CASO. Il rione è cresciuto, ora si cerca un equilibrio tra le esigenze dei residenti e dei nottambuli

 


L'opera di riqualificazione è ammirevole. Non a caso il rione è il nuovo riferimento dei cagliaritani e dei turisti, vero cuore pulsante della città. Il problema è trovare un equilibrio tra movida e tutela dei residenti. Accadde anche in Castello, dieci anni fa, e la soluzione, alla fine, arrivò naturalmente.
La Marina è bella, di giorno e di notte. Il problema è quell'equilibrio. Rotto soprattutto dai sempre più numerosi gruppi di ragazzini incivili (tra i tanti civili) che occupano il quartiere sino all'alba, quando i locali chiudono, trasformando il quartiere in una giungla senza regole.
Comprano le Ichnusa e i superalcolici nei supermercati, o fanno le gare a chi beve più i chupiti  nella chupiterie della zona, si siedono in piazza Santo Sepolcro, fanno la spola con piazza Yenne passando per piazzetta Dettori, si spostano a Sant'Eulalia. Chiacchierano, ridono e quando sale il tasso alcolico sale anche il tono vocale. E se si parla a voce alta alle tre di notte l'effetto è devastante. Dalle finestre delle case, a pochi metri, c'è chi protesta: «Basta». Inutile.
«Ci tartassano di controlli, ma noi chiudiamo alle tre», spiega Sandro Mascia del Caffè Barcellona, «e il fracasso inizia più tardi: con tutto quel caos non c'entriamo nulla». Chissà che cosa sarebbe accaduto se il Comune avesse istituito il presidio dei vigili di cui aveva garantito l'apertura.
Certo è che Marina, anche la notte, è la quintessenza della città, coi colori, i rumori e i profumi che la rendono unica e inconfondibile a residenti e turisti. Nel bene e nel male. È il quartiere della multiculturalità dove si trovano i culurgiones e i kebab, i pantaloni di fustagno e i caftani, il corallo del nord Sardegna e le pietre preziose dell'India; e i bambini che giocano a pallone nel piazzale della chiesa di Sant'Eulalia, hanno la pelle nera, gli occhi a mandorla e i capelli biondi.
Ed è anche il quartiere degli artisti e degli intellettuali, che espongono le proprie opere e conversano coi visitatori in uno scambio biunivoco di saperi ed emozioni. Via Savoia e via Napoli offrono interessanti opportunità per scoprire pittori, fotografi, scrittori e saggisti locali, gustando un aperitivo fino a che il sole non infiamma di rosso gli antichi palazzi. È il quartiere delle note acidule del pesce a scabecciu  mescolate al profumo intenso dei gamberoni arrosto, dove il vociare dei commensali, unito al tintinnio di piatti e bicchieri rende l'atmosfera ancora più ospitale. Ma quando i negozi e i ristoranti chiudono è il delirio. Il vociare sfocia in schiamazzi e grida fino all'alba, i profumi si fanno puzza nauseabonda, i lievi tintinnii diventano fracasso di bottiglie di birra e buste di immondezza prese a calci da chi prima, quelle bottiglie, se le è scolate. Era così ieri, lo è stato tutta l'estate.
La stagione è quasi andata, i turisti pure. Restano gli incivili e gli abitanti che, prima di respirare incenso e caffè, devono fare i conti con immondezza e cocci sparpagliati ovunque.
Michela Seu