Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Polemiche sul giovedì in Aula

Fonte: L'Unione Sarda
9 agosto 2013


Giorno cambiato e assenze: critiche al presidente Depau
 

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Venti voti, il minimo indispensabile per approvare una delibera. E non abbastanza, come hanno ricordato i consiglieri d'opposizione, per garantire il numero legale in aula senza la presenza del centrodestra. La seduta di ieri ha camminato - per quasi sette ore - sul filo: le assenze nel centrosinistra erano note da qualche giorno e si sapeva che i numeri sarebbero stati molto risicati. C'è chi aveva le vacanze prenotate, chi non ha partecipato per evitare un conflitto di interessi (come Francesco Ballero, che si è occupato degli argomenti al centro delle due delibere discusse ieri per motivi professionali), chi ha preferito un «corso di formazione organizzato dai gesuiti» come Matteo Lecis Cocco Ortu, che ha spiegato la scelta sul suo blog.
Ecco perché Giovanni Dore ha deciso di inviare una «lettera aperta» al presidente del Consiglio Ninni Depau, in cui si lamenta della decisione (dello stesso Depau, su richiesta di Giuseppe Farris) di convocare la seduta per ieri invece che mercoledì. «Abbiamo evidenziato che molti di noi, giovedì», cioè ieri, «non avrebbero potuto essere presenti». Dore giustifica così le tante assenze: «Programmare la partenza per le ferie del secondo giovedì di agosto, sapendo che per tutto l'anno e per tutti gli anni della consiliatura le sedute fissate per il martedì sono sempre proseguiti il giorno successivo, mercoledì, ci pare una pratica corretta». Dore sospetta che tutto questo avesse l'obiettivo di «dimostrare che senza il consapevole comportamento della minoranza non si sarebbe ottenuto il via libera per la concessione del Sant'Elia al Cagliari calcio». Anche Lecis Cocco Ortu sul proprio blog ha criticato la scelta di rinviare a ieri la discussione: la «chiusura disordinata dello scorso Consiglio comunale», ha «mandato il presidente in confusione, facendogli aggiornare il consiglio a giovedì quando tutta la maggioranza gli diceva che non ci sarebbero potuti essere molti consiglieri». (m.r.)