Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Processo all'Arena

Fonte: L'Unione Sarda
7 agosto 2013


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No, la mattanza di concerti non è finita. Il forfait di Sergio Cammariere - l'ultimo in ordine di tempo - e quelli di Gino Paoli, Asian Dub Foundation, Nina Zilli e Fabrizio Bosso, saranno in buona compagnia: «Probabilmente ne arriveranno altri», anticipa Roby Massa, patron di Spettacoli&Musica. Insomma: forse il peggio deve ancora arrivare. Quattro spettacoli su diciannove - un quinto del cartellone estivo - sono stati già cancellati e allora parlare di flop per l'Arena Sant'Elia non è un'esagerazione. Per gli organizzatori dei concerti è proprio la struttura realizzata per la prima volta nel 2012 e riproposta nel 2013 a essere la responsabile della débâcle sulle prevendite, che ha causato l'annullamento degli appuntamenti. Brutta, troppo grande e dispersiva, acustica scarsa, fascino zero, dicono. «Questo è l'unico spazio che ci è stato offerto per l'estate. Purtroppo sarebbero serviti spazi un po' più piccoli e magari più belli. Certo, la crisi avrà influito ma allora perché i 400 biglietti per assistere a Raphael Gualazzi, a Nora, sono andati via in pochi giorni?», si chiede Massa.
La colpa, per gli addetti ai lavori, non è degli artisti: «Sono tutti ottimi cantanti, nelle altre città il pubblico risponde bene. Forse associarli all'Arena non è il massimo. E purtroppo in Italia si sta spargendo la voce che la struttura non va bene, sia per le misure che per l'acustica. Ma abbiamo solo questo a disposizione, mentre nelle altre città c'è più scelta. Forse per il pop e il rock può andar bene, ma per concerti più particolari no. La gente preferisce Tharros o Nora, dove per Gualazzi c'erano tanti cagliaritani. Ecco perché dico che la crisi non c'entra».
In Comune sono di diverso avviso: «Spiace l'annullamento di alcune date previste e poi cancellate da parte degli stessi promotori degli appuntamenti. Capiamo le difficoltà degli organizzatori, che non sono certo di poco conto. Ma capiamo, anche e soprattutto, le difficoltà degli spettatori nel trovare i soldi per ogni concerto in un cartellone così nutrito in un contesto economico come quello attuale», è scritto nel comunicato del Municipio, arrivato dopo l'ultima tegola di Cammariere.
Una settimana fa invece è arrivata la notizia dell'annullamento del concerto di Nina Zilli e Fabrizio Bosso, insieme alla cancellazione dell'esibizione di Gino Paoli. E ancora: nel giro di poche ore si sono aggiunti alla lista gli Asian Dub Fundation. Per rendersi conto del rischio che corrono gli appuntamenti di agosto e settembre basta provare a comprare un biglietto on line. Per lo spettacolo di Marco Travaglio ad esempio, poche decine di tagliandi sono già stati venduti. Tutti gli altri posti della platea sono liberi. E questo succede anche per gli altri spettacoli.
Per costruire l'Arena, che può ospitare fino a 11mila persone, il Comune ha speso 600mila euro nel 2012 e 154mila euro nel 2013, per rimontare la struttura. Ogni spettacolo costa agli organizzatori 1.700 euro - più Iva -, un prezzo sicuramente inferiore rispetto agli altri spazi cagliaritani. Ma il fascino è sicuramente un altro rispetto all'Anfiteatro romano. E anche in confronto al Parco della Musica, dove Massimo Palmas ha scelto di organizzare - a luglio - la trentunesima edizione dell'European Jazz Expo. Irene Grandi, Goran Bregovic e Enrico Rava si sono esibiti nell'arena tra il teatro lirico e il Conservatorio, mentre altri concerti sono stati ospitati da Villa Muscas.
«È il pubblico che decide: l'Arena di Sant'Elia evidentemente non è piaciuta», chiude Massa, «il Comune aveva promesso di riaprire l'Anfiteatro romano nel 2013, almeno per concerti ridotti». Invece ora le previsioni parlano del 2016. «I tempi di rimozione delle strutture sono e saranno quelli necessari ad operare nel rispetto del sito archeologico», è stata la difesa, pochi giorni fa, dell'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras.
L'amministrazione ricorda che «l'Arena Sant'Elia funziona: la prova sono gli spettacoli che sinora si sono svolti nello spazio concerti, apprezzato dagli artisti e dagli spettatori. Parlano i numeri e parla l'affluenza, in un periodo in cui la crisi costringe in tutto il Paese le famiglie, le cittadini e i cittadini a tagliare perfino sui beni essenziali. E parlano le cronache, su tutti i mezzi di informazione locali». Il cartellone iniziale aveva un numero di spettacoli «decisamente buono per l'estate cagliaritana» e poi la struttura ha un prezzo d'affitto molto basso e questo è «un grosso sostegno da parte dell'amministrazione comunale a tutti gli organizzatori». Loro, quelli che investono per portare sul palco gli artisti, non sono d'accordo.
Michele Ruffi