Rassegna Stampa

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Quando l'idea incontra il gesto: al Ghetto visioni d'arte nel segno di Maria Lai

Fonte: web cagliaripad.it
26 luglio 2013

Viaggio nell'Isola dei maestri, Francesco Ciusa e Costantino Nivola, Eugenio Tavolara, Mauro Manca e Italo Antico, dal 25 luglio al 29 settembre nello storico rione di Castello

Anna Brotzu


 

Viaggio nell'Isola dei maestri – Francesco Ciusa e Costantino Nivola, Eugenio Tavolara, Mauro Manca e Italo Antico – inseguendo il filo delle storie e delle opere, in un intreccio di vita e arte, tradizione e modernità che s'ispira all'universo immaginifico di Maria Lai: dal 25 luglio al 29 settembre gli spazi de Il Ghetto nello storico rione di Castello ospiteranno la mostra “Quando l'idea incontra il gesto”. Il percorso espositivo, curato da Simona Campus, riscopre i molteplici rimandi e il dialogo tra sensibilità d'artista e sapienza artigianale che ha dato vita nel Novecento a una sorta di Bauhaus sardo, in cui gli antichi riti della panificazione, della tessitura e del ricamo si trasfigurano attraverso lo sguardo e la fantasia di pittori e scultori, in una (ri)scoperta del design attraverso le arti applicate.

Incastonate nello scenografico allestimento firmato da Sabrina Cuccu e realizzato dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari si succedono, nelle tre sezioni tematiche Terra e Acqua, Trame e Orditi e ancora Fili e Storie, le deliziose sculture di pane di Maria Lai e la processione di Maria Crespellani a fronte degli elaborati pani della festa; gli antichi telai e opere preziose come un “Telaio” (1971) fatto di bacchette di legno e posate di plastica, in una architettura poetica e un evocativo “Telaio del mattino” dell'artista di Ulassai recentemente scomparsa  mentre l'intero cammino si chiude con i suoi “Libri Cuciti” e un icastico ricamo che ricorda come “L'artista non deve spiegare”.

L'itinerario tra le opere di Maria Lai si interseca con le varie “stanze” in cui idealmente dialogano due versioni (di cui una originale in polvere di marmo) de “La sposina di Nuoro” di Francesco Ciusa e la “Filatrice” di Ciriaco Piras, uno dei “Lettini” di Costantino Nivola  che firma anche un singolare e plastico “L'aroma dell'arrosto in Sardegna attrae gli Dei come le mosche” tra i simboli della terra e dell'acqua; ovvero un piatto di Salvatore Fancello (realizzato da Simone Lai) si riflette nelle ceramiche e nelle “Mappe Rampicanti” dell'installazione di Caterina Lai e nel “servizio da the” Anni Venti di Federico Melis; per approdare nell'attualità delle “Brocche Parlanti” di Francesco Farci.

Molteplici risonanze e variazioni nascono dall'arte della tessitura e del ricamo, con i disegni di Eugenio Tavolara trasformati in arazzi e tappeti e l'affascinante sequenza della processione scolpita da Tosino Anfossi, quasi a restituire la vivace temperie culturale della Sardegna nel Novecento. Il gioco di specchi prosegue tra le file dell'avanguardia con le opere di Mauro Manca e Italo Antico e i loro corrispettivi realizzati al telaio, poi in una sequenza non casuale le creazioni di Rosanna Rossi, Zaza Calzia e Wanda Nazzari e poi i lavori di Eugenia Pinna, una delle più note tra le tessitrici di Nule a documentare ulteriori capitoli e fecondi innesti fra tradizione e contemporaneità; e ancora una parete dedicata alle eclettiche Edina, Iride e Lavinia Altara cui fanno idealmente pendant l'opera di videoarte e il tappeto della designer Carolina Melis. Rimescola stili, usi e materiali Piero Zedde tra arazzi a tema e “mucadores”, mentre di Giovanni Ciusa Romagna è l'unico esemplare di tappeto-arazzo davvero intessuto, un progetto finalmente divenuto realtà.

Completano il viaggio nella storia dell'arte e della cultura della Sardegna tra XX e XXI secolo i cuscini di Antonello Ottonello, in una proiezione materica di suggestioni oniriche e ferite, o cuciture, dell'anima e gli abiti-scultura, magnifici, di Luciano Bonino, in cui “Cento Pinniccas” si nascondono tra le infinite pieghe di una gonna drappeggiata su un manichino e invisibili braccia si slanciano coperte da raffinati “Manighiles” per l'eleganza del nero trionfa nel vestito che appare nella moderna fiaba in video della Melis. Antica sapienza e pazienza e visioni d'artista  si sposano in questo percorso, che culmina tra le originali e deliziose creazioni dei moderni artisti-artigiani, da vedere, toccare e - perché no? - acquistare come sounvenir di un intrigante viaggio tra le pagine della storia, tra passato e presente guardando al futuro.