Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Accanto ai Rom la vita è impossibile»

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2008

Il caso. L'odissea di un uomo di 86 anni che vive da 25 accanto al campo nomadi
Da anni è costretto a subire furti e respirare fumi tossici

«Ho provato più volte a vendere la casa, ma gli acquirenti sono scappati tutti».
Un'esistenza condizionata da una scelta che solo qualche anno dopo averla realizzata si è rivelata sbagliata: quella di aver costruito casa in viale Monastir. Giovanni Madonna ha 86 anni, non ha figli e ad agosto è rimasto vedovo dopo 65 anni trascorsi insieme all'adorata moglie Irma. Oggi l'unico sogno che gli è rimasto è quello di poter trascorrere serenamente il tempo che gli resta. Ma questo semplice desiderio, comune a tanti anziani, è per lui irrealizzabile. «La mia casa di viale Monastir confina col campo nomadi», spiega, «e gli zingari mi hanno preso di mira. Approfittando del fatto che sono vecchio e non posso difendermi, s'introducono in casa e mi rubano le cose da sotto il naso. Di giorno gettano rifiuti di ogni genere nel mio giardino mentre di notte accendono dei grandi falò dove bruciano di tutto, inclusi cumuli di rame e decine di vecchi copertoni. Dormire è praticamente impossibile perché schiamazzano fino all'alba, fanno feste quasi tutte le notti e tengono la musica a volume altissimo».
LA STORIA Il problema si trascina da anni e a nulla sono valse le innumerevoli segnalazioni fatte al Comune e le ripetute denunce presentate alle forze dell'ordine dal nipote Fernando. «Nessuno s'interessa del mio caso», si dispera l'anziano, «i poliziotti e i carabinieri vengono da me ma mi dicono che non possono farci nulla. Mi hanno consigliato di trasferirmi altrove ma io da qui non me ne voglio andare perché questa casa è tutta la mia vita: qui ci sono i miei ricordi, qui ho vissuto per tanti anni con mia moglie. E poi perché dovrei andare via io? Caso mai dovrebbero andar via loro che tra l'altro sono arrivati dopo. Quando non c'erano si stava benissimo». Se fino a due mesi fa Madonna aveva il supporto della moglie, oggi è rimasto solo nella sua battaglia quotidiana. «Mi sento completamente abbandonato dalle istituzioni e totalmente in balia dei nomadi», si sfoga, «non ce la faccio più a sopportare questa situazione. Ormai subisco angherie tutti i giorni: il mio giardino è pieno di rifiuti, la pineta è diventata un vespasiano a cielo aperto e quando il vento soffia verso la mia casa sono costretto a respirare i fumi tossici derivanti dalla combustione di materiali plastici».
LA SCELTA Rimasto completamente solo, l'anziano ha scelto di continuare a vivere nella sua casa di campagna (una casupola di quaranta metri quadri circondata da un ampio giardino dalle parti di viale Monastir) dove risiede ormai da 25 anni. Magro, debole e pieno di acciacchi (si muove con l'ausilio di una stampella), l'uomo avrebbe bisogno di un'assistenza medica continua. In pochi, tranne un nipote che lo va a trovare spesso, si curano di lui.
Madonna vive alla giornata e campa con i pochi soldi della pensione: 580 euro al mese con i quali non riesce neanche ad acquistare le medicine che gli occorrono. Originario di Salerno, vive a Cagliari da quando era bambino e nella sua vita ha sempre fatto il falegname fino a diventare titolare di una piccola impresa (oggi inattiva) che porta il suo nome. Venticinque anni fa ha comprato un lotto isolato dalle parti di viale Monastir e lì ha fatto edificare quella che doveva essere la casa dei suoi sogni. «Io e mia moglie vivevamo serenamente ed eravamo molto felici», ricorda, «poi sono arrivati gli zingari e tutto è cambiato». Una decina di anni fa l'uomo ha dovuto smettere di lavorare per un grave problema all'anca che lo ha ridotto in stampelle e due mesi fa è rimasto vedovo. Oggi vive solo e ormai ha rinunciato al suo sogno di trascorrere una vecchiaia serena. «Mi è stato suggerito di vendere la casa e andarmene via lontano», rivela, «e in preda allo sconforto ho anche provato a cercare un acquirente interessato. Com'è andata a finire potete facilmente immaginarlo. Tutti i potenziali compratori arrivavano sorridenti, ma non appena vedevano che la casa confinava col campo-nomadi se ne andavano via inorriditi. Chi mai vorrebbe vivere in queste condizioni?». La risposta è nei fatti. Nessun acquirente e un'esistenza condizionata dalla scelta di vivere in quella che doveva essere la tranquilla residenza della famiglia Madonna.
PAOLO LOCHE

02/12/2008