Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Nel rione delle case che crollano

Fonte: Sardegna Quotidiano
22 luglio 2013

Il tour

 

VIA PESCHIERA Viaggio nel quartiere accanto a piazza d’Armi, dove cinque anni fa si aprì una voragine. Gli immobili restano pericolanti, le crepe ci sono ancora. Messa in sicurezza lontana

Transenne, reti e gabbie metalliche, crepe nei palazzi: a cinque anni dalla voragine che inghiottì un’auto, l’8 agosto 2008, l’area intorno a via Peschiera non è cambiata di un millimetro. Nel sottosuolo ci sono ancora quei tubi d’acqua vecchi di settant’anni che hanno portato al dilavamento del terreno, provocando smottamenti in via Castelfidardo e una marea di ordini di evacuazione delle case del quartiere accanto a piazza d’Armi. Il famoso “gabbiotto” che recinta metà di via Peschiera e impedisce alle auto di passare in via Montenotte e via Marengo è ancora lì. E molte palazzine del “quadrilatero dei crolli” mostrano evidenti segni di instabilità, tra crepe sui muri e fori nel terreno. Certo, da un lustro c’è lo stop alle auto in tutta l’area, e le vibrazioni delle pareti sono solo un lontano ricordo. Tuttavia, questa è l’unica precauzione presa e l’unico intervento fatto dal 2008 a oggi. A gennaio, dal Comune arriva la promessa del via ai lavori entro l’estate (i soldi ci sono, un milione previsto dal piano triennale delle opere pubbliche, 500mila euro dalla Regione e due milioni dall’ac - cordo di programma tra ministero dell’Ambiente e regione): fino a oggi, il risanamento è ancora un miraggio. Mercoledì l’ennesimo incontro tra residenti e parte pubblica, alle nove nell’ufficio dell’assessore comunale ai Trasporti, Mauro Coni. A lavori conclusi (chissà quando) le case danneggiate non potranno essere recuperate, causa il vincolo del Consiglio di Stato su Tuvixeddu, esteso anche all’area intorno a via Peschiera.

Nel quartiere, intanto, gli abitanti rimasti fanno lavorare gli avvocati. Ubaldo Tagliasacchi vive al civico 2 di via Peschiera. La sua casa è attaccata alla prima palazzina di via Castelfidardo, sbarrata e molto malandata dopo i crolli del 2008. Zero interventi, «si sta inclinando, facendo effetto domino sulla mia abitazione. Ho una causa aperta con chi ci viveva, con Comune e Abbanoa. Una prima perizia mi ha dato ragione, in un lato è stato costruito un muretto di contenimento. Ma il rischio del crollo del muro c’è ancora oggi». Tornando all’aspetto squisititamente amministrativo: per mettere in sicurezza via Peschiera e dintorni ballano tre milioni totali, ma i lavori vanno ancora appaltati. Il progetto prevede un riempimento reversibile delle cavità. «Tutte belle parole, di fatto non c’è nessuna programmazione o progettazione tecnica. Dal 2008 a oggi non è ancora avvenuto nulla di concreto. Il Comune ha fatto bene a mettere risorse per noi nel piano triennale, ma servono fatti concreti», spiega Patrizia Tramaloni, portavoce degli abitanti del quartiere, «non è secondario il problema della sentenza del Consiglio di Stato di due anni fa, che impone vincoli paesaggistici e blocca qualunque intervento da parte del privato,mi riferisco al piano casa. Non è una zona a valenza architettonica o culturale?». Quindi, che fare? Tramaloni: «Questa è una matassa che può sbrogliare solo il sindaco Massimo Zedda, deve trovare una soluzione ». Paolo Rapeanu