Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

La storia Le nozze gay negli Usa della prof cagliaritana emigrata

Fonte: Sardegna Quotidiano
18 luglio 2013

 

 IL RACCONTO Cecilia Mameli, 61 anni, ha sposato Lisa Noetzel: sono la prima coppia nata dopo la legge sulle unioni omosessuali del Maryland. «Mentalità troppo chiusa nella mia città natale»

 Nella sua carta d’identità c’era scritto Cecilia Mameli, 61 anni, nata a Cagliari. Da marzo è Cecilia Mameli in Noetzel. Ma il suo non è un matrimonio “normale”, perché il coniuge è una donna, si chiama Lisa, ha 45 anni, ed è cresciuta in Florida. Quello tra la cagliaritana e la compagna americana è il primo matrimonio gay celebrato nella contea del Kent, in Maryland. Prima di tutti la coppia ha approfittato della legge approvata dal senato dello Stato che ha benedetto le unioni omosessuali. Stavano insieme da 22 anni, senza alcun diritto riconosciuto. Adesso vivono a Brunswick, Georgia, dove entrambe insegnano lingue alla College of Coastal. Sono tornate nel Maryland, dove si sono conosciute, solo per sposarsi. E la notizia è rimbalzata sui media americani, fino al magazine online “Scopri New York” di Volatour, che racconta la storia e raccoglie le dichiarazioni della docente cagliaritana, scappata dall’isola quando era ancora giovane e non aveva ancora ammesso con se stessa di essere omosessuale. I tempi del gay pride al Poetto erano lontani da venire e, racconta, qui avrebbe dovuto reprimere le sue inclinazioni: «Qualche dubbio, in passato, mi era venuto », rivela, «ma quando vivi in un ambiente chiuso come Cagliari, non riesci neanche a pensarle certe cose. Quando i miei familiari hanno saputo della mia relazione con Lisa, mi hanno tagliato fuori, ero diventata la pecora nera della famiglia». La professoressa Mameli rievoca le sue scelte di vita: «Ho lasciato l’Italia quando avevo 25 anni», dice, «mi ero appena laureata in Lingue e già a quei tempi, nel nostro Paese, non c’erano molte opportunità per i laureati nel campo umanistico. Allora ho deciso di andare via: ho insegnato per due anni e mezzo in un college inglese. Poi, dopo alcuni anni, ho lavorato all’Università di Pittsburgh, Pennsylvania. Ma non avrei pensato di dover passare la mia vita negli Stati Uniti, speravo sempre di tornare in Italia un giorno: volevo raccogliere un po’ di esperienza all’estero per poi trovare un buon lavoro nel nostro Paese». Arriva l’incontro con la sua futura compagna: «Ho conosciuto Lisa alla Pennsylvania State University» , continua, «ero stata contattata per un posto come coordinatore di lingue, anche lei insegnava lì. Dopo poco è iniziata la nostra storia. Quando l’ho conosciuta ho finalmente avuto il coraggio di dire a me stessa che ero gay. Avevo già 38 anni». I suoi genitori allora erano morti da tempo. Come avrebbero reagito? «Sono sicura che se fossero stati ancora vivi l’avrebbero presa malissimo: forse mia madre col tempo mi avrebbe capita, ma mio padre come minimo mi avrebbe rinchiuso in qualche college in Svizzera per la vergogna » . La docente felicemente sposata ha anche un suo giudizio poco lusinghiero sul Paese che ha lasciato tanti anni fa: «L’Italia», accusa, «è tra i Paesi più omofobici del mondo: gli italiani dichiarano di essere aperti all’omosessualità, ma l’importante è che il “problema” non li sfiori da vicino. Ho diversi amici gay che vivono in Italia e nessuno di loro ha avuto il coraggio di dichiararsi. Quelli che l’hanno fatto, sono andati a vivere all’estero. Non credo che la situazione cambierà presto, a meno che lo stato pontificio non ritorni di nuovo ad Avignone». Chissà se la professoressa sa che da due anni a questa parte il Poetto è dicventato il teatro per il gay pride, che richiama migliaia di partecipanti ogni anno. L’assessore comunale alla Cultura, Enrica Puggioni, ha annunciato che Cagliari è pronta ad ospitare il pride nazionale. Chissà se inviterà la Mameli. E sua moglie.