Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Elia, il Comune frena

Fonte: L'Unione Sarda
16 luglio 2013

Il club a Zedda: scriviamo assieme a Sky perché sblocchino le somme pignorate

 

Rifiutata l'offerta del Cagliari calcio: aspettiamo i giudici

Ci sarebbe una strada semplice e veloce per riconsegnare le chiavi del Sant'Elia al Cagliari calcio, far partire i lavori di bonifica e avviare il lungo iter delle autorizzazioni. Il club prova ad accelerare, il Comune tende a frenare. L'amministrazione vuole i soldi prima di fare un solo passo e la società rossoblù ha proposto: anziché attendere la decisione del Tribunale di Milano, che potrebbe slittare chissà quanto, inviamo una comunicazione congiunta a Sky per sbloccare le somme pignorate e farle trasferire al creditore. In Lega ci sono “congelati” circa 2 milioni 600 mila euro: 2 milioni 212 mila sono i canoni arretrati per il Comune, il resto andrebbe alla società. Altri 135 mila euro di «spese legali», chiesti dalla parte pubblica, non sono contemplati. E l'avvocato di Palazzo Bacaredda non ne vuol sapere. Risponde: «Non se ne parla, aspettiamo i giudici».
Sarà molto difficile tornare a giocare nel vecchio stadio in tempi brevi. Durante gli incontri di due settimane fa a Villa Devoto, il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, annunciando l'istituzione di un tavolo tecnico, sottolineava che per far tornare la squadra a casa a settembre c'era più di una speranza, il prefetto Alessio Giuffrida e il questore Massimo Bontempi evidenziavano la «disponibilità delle istituzioni dello Stato a contribuire al superamento» della situazione di stallo, e spiegavano: «Al momento non è possibile quantificare i tempi per giungere alla riapertura dell'impianto, in considerazione delle numerose variabili che influiscono sulla questione, molte delle quali non dipendenti dall'attività della Commissione di vigilanza ma da decisioni di competenza della società e di altri enti». Il sindaco Massimo Zedda aveva parlato di 500 mila euro pronti subito per la manutenzione della struttura e ribadito: «Appena incassiamo le somme arretrate firmiamo - con l'approvazione del Consiglio comunale - la convenzione».
Ma l'offerta fatta nei giorni scorsi dal management di viale La Playa è stata rifiutata. A maggio del 2012 non era stata accettata la proposta di definire i contenziosi stragiudizialmente sulla base di un lodo pronunciato da un arbitro unico nominato dal tribunale, di una fidejussione bancaria a garanzia e della sospensione da parte del Comune di ogni azione per la riscossione coattiva dei crediti.
Ieri il no all'invio a Sky di una comunicazione congiunta di società e Comune per il pagamento delle somme dovute, con contestuale rinuncia al pignoramento da parte del Comune notificata anch'essa a Sky Italia per liberarla dal vincolo precedente «e rendere possibile il pagamento nei termini congiuntamente richiesti». La risposta dell'avvocato Carla Curreli: il Comune, senza un versamento diretto non può rinunciare al pignoramento, «unica garanzia per ottenere le somme dovute». Aggiunge: «Sarà nostra cura, appena in possesso del provvedimento giudiziale, sollecitare Sky Italia al versamento delle somme indicate in favore del Comune».
Cristina Cossu 
Is Arenas tra poco non ci sarà più. Cellino sta facendo smontare la “main stand”

«A Quartu fatti solo danni»

Scambio di accuse con via Eligio Porcu: un carteggio infinito

 


A Is Arenas, se si continua così, alla fine del mese resterà soltanto il vecchio stadio, una tribuna di cemento e, davanti, il campo verde. Smontate le tribune di tubi Dalmine (distinti, curve e formaggini) ora gli operai sono passati alla main stand . Via i seggiolini, per la struttura manca poco. Il presidente del Cagliari calcio, Massimo Cellino, ha dato ordine di smantellare tutto (sembra voglia dimostrare che lo stadio è amovibile), sta lasciando lì i pezzi in attesa di poterli portare via, verso il Sant'Elia, e il vicepresidente della società, Giovanni Domenico Pinna, ha mandato l'ennesima nota al Comune di Quartu (al dirigente responsabile unico del procedimento) in cui si spiegano i motivi della decisione di cancellare la convenzione firmata a maggio dell'anno scorso. Nell'ultima puntata, via Eligio Porcu sosteneva la «grave inadempienza» del club per non aver potuto utilizzare lo stadio «per altri eventi». La risposta: «Va ricordato che Quartu, al di là del manifestare a parole una volontà di collaborazione, ha omesso per mesi di adottare i provvedimenti amministrativi richiesti per il completamento delle opere e l'utilizzo dell'impianto per il suo fine principale, ossia la gestione e l'uso da parte della società concessionaria, ha adottato provvedimenti rivelatisi ingiusti che hanno contribuito per mesi a condizionare il non utilizzo dello stadio, e ha avviato molteplici procedimenti diretti a contestare la legittimità dei suoi stessi atti». La realtà è - sostiene la società - che a fronte di quanto è accaduto, ogni condotta del Cagliari calcio «ha avuto come fine quello di limitare i danni, auspicando che il Comune si astenga da qualsivoglia ulteriore iniziativa che potrebbe aggravare una situazione già altamente critica». (cr. co.)