Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Milia promette ma i cineasti accusano

Fonte: La Nuova Sardegna
11 luglio 2013

Cagliari, sit-in di protesta e rassicurazioni dell’assessore sulle risorse. Registi e attori replicano: non bastano impegni vaghi




di Walter Porcedda

CAGLIARI

Il cinema sardo esiste. E resiste. A muso duro contro le istituzioni, quella regionale in primis, rivendicando il diritto all’esistenza ma anche allo sviluppo. Le regole ci sono, una legge costata anni di dibattiti, ma mancano i soldi. Quelle risorse utili a dare ossigeno a un comparto in piena crescita, ricca non solo di registi affermati ma anche di capaci figure professionali, dai costumisti agli attori. Un settore d’eccellenza, cresciuto a prezzo di sacrifici, spesso nel disinteresse delle stesse istituzioni regionali. A suonare la sveglia c’è stata ieri mattina una robusta manifestazione di operatori in viale Trieste, davanti agli uffici dell’assessorato regionale alla Cultura. Registi come Salvatore Mereu, Enrico Pitzianti, Peter Marcias, Ambrogio Angius, Marco Antonio Pani, Enrico Pau, attori, attrezzisti e macchinisti in modo risoluto hanno spiegato le ragioni di una lotta che ha preso le mosse nei giorni scorsi a Sassari in occasione del Sardinia film festival. Qui è nata l’associazione “Moviementu”, quasi un sindacato della gente del cinema sardo che al primo punto pone il bisogno di considerare il comparto «non solo come risorsa culturale, ma come un importantissimo volano economico e industriale della nostra regione». E certo non fa bene sapere che mentre il settore annaspa per i tagli la stessa Regione sarda sostenga con la cifra di 200 mila euro in Costa Smeralda il «premio dedicato alla figura del compianto Rodolfo Valentino (un evento di una sola serata)». Parole, queste, lette da un proprio documento alla presenza dell’assessore alla Cultura Sergio Milia, sceso dal palazzo per incontrare i manifestanti in strada. E provare a rassicurare: «Al di là delle difficoltà che tutti conoscete voglio anticipare – ha detto Milia – che dopo un incontro con i capigruppo e l’assessore Zedda, dietro mia richiesta, si è deciso di affrontare le tre partite più importanti (Lirico, associazioni art. 56 tagliate di un milione e mezzo e cinema) unitariamente e contemporaneamente entro settembre. Stamane in giunta la Zedda mi ha confermato che cercherà delle risorse aggiuntive a quelle purtroppo scarse che ci arrivano dalla finanziaria del bilancio regionale». Fin qua l’assessore che secondo Pitzianti però «è stato vago come molti politici. Si continua a non capire la potenzialità di questo comparto per creare lavoro. Non si ha neanche la capacità di ricorrere ai fondi europei attivando le giuste procedure. Basti pensare che su un milione investito dalla Regione l’Europa ne dà indietro nove. Su questa linea hanno preso soldi la Puglia, la Sicilia, la Basilicata. Ma non la Sardegna. E questo nonostante ci fossimo adoperati per costruire due anni fa incontri a Roma tra il Mibac e i funzionari predisposti, la Regione sarda ha bruciato gli appuntamenti senza farsi viva». Adesso «è importante che stiamo uniti. Questa sarà una partita a scacchi difficile da giocare con intelligenza – ha esortato Enrico Pau ai colleghi riunitisi, dopo l’incontro con l’assessore, nella sala della Cineteca sarda in viale Trieste – cercheremo un incontro anche con l’assessore all’industria, ma chiederemo conto anche alla Confindustria che continua a trascurare le ricadute del cinema in campo economico e in termini di lavoro». Simone Murru, macchinista, precisa: «Dietro ognuno di noi c’è una famiglia. Non esistono solo i lavoratori del Lirico. Qui ci sono maestranze riconosciute a livello nazionale. Chiediamo di investire per crescere». Peter Marcias incalza: «Significherebbe far lavorare tanta gente. La legge c’è ma non è operativa e la film commissione deve essere messa in condizione di funzionare». «In Sardegna – dice infine Salvatore Mereu – esistono ormai tutte le professionalità indispensabili. Il cinema è cresciuto ma continuano le richieste di esami del sangue. Chi deve decidere sui finanziamenti provi ad andare a vedere i borderò, i biglietti staccati, per capire. Senza dimenticare che il cinema parla della nostra isola come fa la letteratura, diffondendo nel mondo le immagini e le storie della nostra terra».