POETTO. Il dilemma dei baretti
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Fine dell'odissea per “Le Palmette”. Il chiosco della prima fermata del Poetto ha riaperto i battenti ed è tornato pienamente operativo, non solo come stabilimento balneare ma anche come baretto. Grandissima la soddisfazione dei bagnanti che ieri mattina affollavano il bancone e i tavolini del rinato chioschetto. Impossibile, però, parlare con la titolare. Bocche cucite anche tra il personale. «Non possiamo dire niente», si sono scusate le due giovani bariste, «siamo contente, questo sì».
Le Palmette è l'unico chiosco che riuscirà a salvare la stagione. Per vedere risorgere gli altri bisognerà ancora attendere. Quanto? Non si sa. I tempi sono tutt'altro che certi. Si parla di agosto, ma non c'è l'ufficialità. Una situazione di stallo che rischia di scoraggiare i gestori. Inutile spendere tanti soldi per ricostruire (si parla, in media, di 25 mila euro a testa) se poi non resterà abbastanza tempo per lavorare e ammortizzare un minimo la spesa. Il rischio, insomma, è che la ripresa possa cominciare troppo tardi, a fine estate, a stagione compromessa. I gestori che hanno ottenuto il dissequestro sono ora alle prese con le pratiche paesaggistiche e urbanistiche per riavere l'autorizzazione definitiva dallo Sportello unico delle Attività produttive (Suap) del Comune.
Un iter già superato dal chiosco “Le palmette” che dopo la demolizione di un anno fa aveva ottenuto, unico caso in tutto il Poetto, il via libera alla ricostruzione. I lavori condotti dalla ditta Edilwood sono stati ultimati a tempo di record per centrare l'obiettivo della riapertura ai primi di luglio.
L'autorizzazione, però, resta provvisoria. Entro il 31 dicembre la struttura dovrà essere nuovamente smontata. A meno che il Comune non riesca ad approvare prima il Piano di utilizzo dei litorali (Pul). E gli altri baretti? «Siamo preoccupati e in attesa che il Comune arrivi il via libera», afferma Antonio Congera, gestore del chiosco “Il Capolinea”. Il tempo stringe. «Alla fine dell'estate manca un mese e mezzo e nessuno di noi ha cominciato le operazioni di rimontaggio del chiosco. Ci auguriamo che le autorizzazioni arrivino questa settimana, in caso contrario sarà un dramma». Non solo per i gestori ma anche per il personale. «Riaprire i chioschi consentirebbe di dare lavoro a 200 giovani».
Paolo Loche