Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una vita da precario nella P.A. La rivolta degli “esternalizzati”

Fonte: L'Unione Sarda
1 dicembre 2008

Lavorano per il settore pubblico ma dipendono da società private


Amministrazione (pubblica) che vai, protesta (condita con scioperi, picchetti e presìdi) che trovi. Dai precari che vivono gran parte delle loro giornate sotto il Comune, in via Roma, alle imprese di pulizie “esternalizzate” dell'Inps, delle Ferrovie, o le cuoche delle mense delle scuole. Centinaia di persone con stipendi arretrati, liquidazioni fantasma o semplicemente il sogno (anche se loro lo chiamano, a torto o ragione, diritto) di essere assunti a tempo indeterminato.
COMUNE Come i quaranta precari dell'amministrazione comunale, che da mesi rincorrono un sogno chiamato stabilizzazione . Ma si sono arenati su uno scoglio interpretativo: «Secondo il Comune, per essere assunti servono 36 mesi di servizio negli ultimi 5 anni, con l'obbligo di aver lavorato il 1 gennaio 2008. È anticostituzionale: non si può escludere tanta gente che ha avuto dei contratti in precedenza. Ecco perché c'è chi ha fatto ricorso al Tar», racconta Luca Locci, della Cgil funzione pubblica. Anche se il Tribunale amministrativo regionale non ha accolto la sospensiva (che mirava a bloccare il precedente bando di stabilizzazione) e deciderà direttamente nel merito.
MENSE SCOLASTICHE Le tredici cuoche che lavoravano nelle mense scolastiche comunali, ex dipendenti della Cocktail service (ora nell'organico di Sodexo e Gemeas) aspettano ancora lo stipendio di ottobre e la liquidazione. Anche in questo caso, il braccio di ferro tra le dipendenti delle mense scolastiche dei circoli Randaccio, Stoccolma, Garavetti e Tuveri, e la società, va avanti da tempo. Sul caso è intervenuto anche l'assessorato provinciale Affari Generali e servizi per il lavoro, che ha contestato il metodo di pagamento della Cocktail service: stipendi in due rate, tramite un acconto e, solo a seguire, il saldo.
PULIZIE DELL'INPS Le dieci lavoratrici che hanno in carico le pulizie delle sedi Inps, invece, hanno un altro problema: credevano di essere assunte da un'impresa, hanno scoperto di essere dipendenti di un'altra. «Roba da film», commenta Federico Angius, coordinatore della Rdb per il settore imprese private. Ora si trovano con un mese (ottobre) di stipendio arretrato, nessun assegno familiare e un dubbio: «Non sappiamo se la multinazionale abbia versato i contributi». Controllerà lo stesso ente previdenziale. Dove lavorano da luglio, anche se formalmente sono assunte da una società esterna. E se la situazione non verrà risolta, c'è la minaccia: «Sciopero». ( m.r. )

29/11/2008