Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«L'area del Sant'Elia è del Comune, non della Regione

Fonte: L'Unione Sarda
4 luglio 2013

Zedda risponde ad Andreozzi

 


«L'area sulla quale sorge il Sant'Elia è di proprietà del Comune». Il sindaco Massimo Zedda, rispondendo in Consiglio comunale a un'interrogazione di Giuseppe Andreozzi (Rossomori) spiega che - contrariamente a quanto sostenuto dal governatore Ugo Cappellacci nei giorni scorsi, dopo un vertice a Villa Devoto - non soltanto lo stadio, ma anche la superficie appartiene alla città. Sottolinea Andreozzi che «il presidente della Regione, pur non avendo apparentemente nessun ruolo istituzionale nella vicenda, è voluto andare oltre, giustificando il proprio intervento, altrimenti inspiegabile, con una dichiarazione allarmante. Che, se da un lato varrebbe a giustificare il suo intervento, da un altro suscita preoccupazione, non solo riguardo alle competenze sulla futura gestione dell'impianto sportivo, ma anche per le casse comunale, se si considera che a suo tempo si iscrisse a bilancio lo stadio Sant'Elia, come proprietà del Comune, per la considerevole cifra di 50 milioni di euro».
Zedda ha risposto ripercorrendo le fasi dell'acquisizione dell'area da parte del Comune dalla Regione, nel 1961, ricordando un atto notarile di compravendita al prezzo simbolico di una lira. Inoltre, a maggio 2003, «la stessa Regione cedette, sempre ad prezzo simbolico, di 51 euro, anche le aree circostanti lo stadio, sempre in piena e perfetta proprietà». Il sindaco ha precisato che la Regione conosce perfettamente i termini della questione, «tanto che con una deliberazione del 17 novembre 2009, ha affermato il riconoscimento della proprietà dell'area in capo al Comune di Cagliari anche nel caso di nuove destinazioni dello stadio, con relativa individuazione di diversa area per la costruzione di un nuovo impianto». Obiettivo dell'interrogazione, ha spiegato Andreozzi, era quello di fare «chiarezza in merito alla proprietà, e anche per respingere le molestie di soggetti pubblici terzi che assumano infondate pretese sull'impianto. Il tutto naturalmente al fine di consentirne, se possibile, l'utilizzo alla società Cagliari Calcio».
Per quanto riguarda invece «l'infelice uscita di Cappellacci», scrive il consigliere in una nota, «più che esprimere amarezza o disappunto credo che prevalga il gusto aspro della gazzosa, al quale credo che nei prossimi mesi dovremo abituarci». (cr. co.)