Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Fuga verso l'altro Poetto

Fonte: L'Unione Sarda
3 luglio 2013

Cambiano le abitudini: «I cagliaritani di trasferiscono». Si sposta la movida

 

Chioschi chiusi, l'exploit del litorale quartese




Da una parte gli scheletri dei chioschi, dall'altra baretti tirati a lucido e menù accattivanti. In mezzo un cartello: finisce Cagliari e inizia Quartu. La stagione degli equivoci infiniti sui nuovi assetti urbanistici del litorale ha stravolto le abitudini dei bagnanti. «Sono sempre andata alla Quarta fermata, da quando non ci sono più servizi mi sono spostata», racconta Anna Pili. «È il mio terzo giorno di mare, davanti alla Bussola». E nel secondo tratto di spiaggia c'è chi si sfrega le mani. Angelo Mulas, titolare dello stabilimento balneare Bikini, fa i conti: «I clienti sono aumentati tantissimo rispetto all'anno scorso». Più trenta cento di incassi, la partenza è col botto.
SCENARIO AGRODOLCE Per fare bilanci è presto, ma le aspettative nell'ultima parte del Poetto sono ottimistiche, «sempre che il tempo non ci regali ancora brutte sorprese»: Enrica De Giorgi, responsabile del punto spiaggia Skipper, mette le mani avanti. «Abbiamo iniziato quindici giorni fa. Per il momento stiamo lavorando soprattutto con gli affezionati, ma riceviamo tantissime richieste di informazione sui prezzi degli abbonamenti». Poco più avanti c'è il chiosco Soleado. Giampaolo Pili, uno dei responsabili, conferma la tendenza: «Qualcuno ci ha raccontato che sino all'anno scorso andava alle prime fermate. Molti si avvicinano all'ingresso e leggono il listino prezzi di lettini e ombrelloni». Antonella Corda annuisce: «Ero un habitué della Quinta, da quando hanno chiuso i baretti mi sono trasferita sul litorale quartese, almeno qui ci sono i servizi». Piero Pinna si accoda: «Sono sempre andato alle prime fermate, da questa stagione mi sono spostato a Quartu». Monica Melis è arrabbiata: «Vedere la nostra spiaggia ridotta così fa male». Carla Pintus, socia di Eugo Sardegna, ha in gestione lo stabilimento Chiringuito, i lettini sono quasi tutti vuoti. «Per il momento c'è poca affluenza. Abbiamo qualche cliente nuovo, ma sembra che la maggior parte dei bagnanti preferisca la spiaggia libera». Al Marlin l'estate non sembra ancora arrivata: «La stagione è partita male, stiamo lavorando meno degli anni passati», rivela Jeans. Tra i lettini quasi esclusivamente clienti abituali, più un cinque per cento strappato al litorale cagliaritano.
BARETTI CHIUSI Sul versante del capoluogo lo scenario è desolante: del Capolinea di un tempo rimane solo l'insegna. Caffè, aperitivi, cocktail sa un po' di beffa perché, a parte un vecchio frigo dismesso, sopravvive solo la pedana di legno. Ma almeno lo stabilimento gestito dalla Cooperativa Costa degli Angeli si è salvato. Matteo Lombardini è l'addetto al servizio spiaggia: «Grossomodo gli affari sono in linea con la stagione passata. L'unica differenza è che turisti e cagliaritani si lamentano per l'assenza del bar». Carlo Sanna si dirige verso la fermata del pullman con la borsa termica in mano: «È una vergogna, non c'è un punto ristoro nel raggio di un chilometro, se avessi più tempo a disposizione andrei a Villasimius». Soluzione drastica, per qualcuno, per Franca Melis no: «Mi rifiuto di mettere piede al Poetto, è una questione di principio, i politici l'hanno distrutto». Compra una rivista e sale in macchina, direzione Kal'e Moru.
MOVIDA NOTTURNA La notte conferma la tendenza migratoria, nel litorale cagliaritano musica dal vivo e spettacoli sono ricordi ormai lontani. Il silenzio è rotto solo dalla folla accalcata ai banconi dei caddozzoni . E le uniche luci accese sono quelle dei lampioni. Il popolo della notte si è spostato nella fetta di spiaggia di Quartu. La carreggiata si riempie pressoché ogni sera: karaoke, festa della birra, dj e balli latino americani, ogni chiosco ha la sua strategia di marketing per attirare la clientela. Ma pare sia il Kizomba la rivelazione di questa estate. «Un ballo di origine africana. Un mix di tango, samba e altre danze», spiega Daily Correa, titolare dello Skipper. «Ha un ritmo travolgente, piace soprattutto alle donne». Marco Piga corre lungo l'arenile, mp3 in mano, passo spedito e un sarcasmo feroce: «Il Poetto? Non esiste più».
Sara Marci 


Il mare supera la prova, bocciata l'assenza di bar e ristoranti: «C'è un senso di abbandono»

Molti turisti delusi su Tripadvisor

Il sito più amato dai vacanzieri: «Per chilometri non c'è un servizio»

 


Chi c'era già stato rimpiange quello di un tempo, chi ci mette piede per la prima volta mastica un po' d'amaro. Il Poetto sbiadito dei troppi problemi fa storcere il naso ai turisti. Su Tripadvisor, la bibbia on line dei viaggiatori, le recensioni negative aumentano. «Prima di poter trovare un servizio bisogna spostarsi anche di chilometri», scrive Desyree P. da Roma. «Nessun chiosco né sanitari. Bellissima spiaggia, anche se rovinata da queste cose e da i soliti incivili che la sporcano». E Silvio P., turista di Sondrio, aggiunge: «Non c'è nulla da dichiarare, splendido mare e poi...??!! Non c'è un servizio degno di tale mare anche perché la spiaggia...Lasciamo perdere, meglio andare altrove! È un posto senza segnali di vita!».
MalyAka di Lecco rimpiange il Poetto di un tempo: «Anni fa era meraviglioso, adesso l'hanno rovinato. La spiaggia bianca è un ricordo, rimane solo il mare bello. Ma anche qua dipende dalle correnti perché diventa spesso torbido. Insomma, un peccato. Era una perla». Elio da Bruxelles, Belgio: «Al Poetto non c'è nulla. Sigarette no, ristoranti seri no, discoteche, nulla. Solo un pullman ogni tanto e il mare». Anche Supermark12 torna a Milano deluso: «Pensavo decisamente meglio. Bellissimo questo lungomare appena al di fuori della città di Cagliari. Sarà stato il periodo ma non sono rimasto entusiasta di quello che ho visto. Mi sembra che tutto sia lasciato andare. Spero di non essermi sbagliato o di non essere capitato nella giornata giusta». AlexDP76 riparte per Castelvetrano, in Sicilia, mettendo in valigia ricordi non entusiastici: «Storico lungomare cagliaritano, molto affascinante ma un po' trascurato e “morto”, specialmente fuori dal periodo estivo. Anche le attività in loco presenti, credo ne risentano non poco. Merita un restyling». (sa. ma.)