Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Rifiuti degli incivili della domenica

Fonte: Sardegna Quotidiano
1 luglio 2013

Poetto

 

Non basta il vento per spazzare via le cattive abitudini dal Poetto. La domenica, a prescindere dal clima, sono sempre tanti i cagliaritani che prendono d’assalto la spiaggia. Ma non sono altrettanti quelli che prima di andare via si dilungano nel raccogliere i rifiuti prodotti durante la giornata di mare. La scena è sempre quella, si ritira tutto il kit da bagnante e si va via più leggeri lasciando lì i rifiuti. Perché se i chioschi non ci sono, vuol dire che le cartacce e le bottiglie vuote che, a modo loro, colorano il Poetto al tramonto sono state portate nuove da casa o comunque comprate nel tragitto. E mica tutti si prendono la briga di portarsele via a fine giornata. Tra l’altro, non c’è bisogno di tornare a casa con la spazzatura, in certi casi basta voltarsi e scoprire che funzione hanno quei cilindri bianchi col tappo colorato disseminati lungo la spiaggia. Sono i contenitori per la differenziata, ma pensare che i cagliaritani separino il vetro dalla plastica è forse troppo ambizioso: nel dubbio, lasciano tutto lì. La Prima fermata, nonostante le sue dimensioni ridotte rispetto al resto del Poetto ieri era quella in condizioni peggiori. Complice, forse, l’età media dei bagnanti in quel tratto di spiaggia in tanti si sono “scordati ” qualcosa. Non si tratta certo di un nuovo fenomeno o una brutta piega che sta prendendo la società civile, ma di normali abitudini da “caddozzi ”. Perché molti giovani si vergognano di raccogliere le bottiglie vuote di Ichnusa o le cartacce delle patatine. E chi lascia rifiuti così evidenti - che non passano inosservati quando, prima di andare via, si raccolgono asciugamano, borse e scarpe - non si mette problemi a lasciare le minuscole “cicche” di sigarette. Rifiuti sparsi anche tra Quarta e Quinta fermata anche se, in proporzione, sono forse meno rispetto alla Prima. Perché nonostante quel tratto di arenile sia molto più vasto, le varie concessioni hanno lasciato così poco spazio alla spiaggia libera che a fine serata i rifiuti abbandonati sono più discreti. Nel tratto del Marino, invece, c’è un nuovo picco di “caddozzi - mine”. Non solo giovanile. Tra gabbiani, cornacchie e piccioni ormai si è sparsa la voce e verso sera sono loro a impossessarsi della spiaggia e sfruttare la maleducazione degli umani. Dai rifiuti si può ricostruire l’identi - kit di chi li ha abbandonati, ma non basta per consegnarglieli a domicilio. L’anno scorso, dopo l’ennesima ondata di idignazione, la Municipale aveva attivato un servizio apposito con agenti in borghese (o, meglio, in costume da bagno). Stangata e rimprovero davanti a tutti sono un deterrente anche per chi assiste alla scena, ma forse non basta. In troppi fanno la classica considerazione “tanto poi vengono a pulire, altrimenti non hanno da lavorare». Ma una spiaggia non è un parcheggio e, anche se dal 2002 la differenza si assottigliata, il Poetto resta il più grande tesoro della città. I cagliaritani gli hanno fatto già troppo male e dovrebbero imparare a rispettarlo. Non ci vuole tanto: basta fare pochi passi, raggiungere un cestino e buttare i rifiuti. Anche se li ha lasciati il vicino “caddozzo”. M.Z.

CHIOSCHI LE PEDANE ”COSTANO ” 500 EURO

I chioschi non ci sono, ma sono rimaste le pedane, in attesa della ricostruzione della struttura principale. I gestori di Malibù e Aramacao avevano presentato una richiesta di accertameto di conformità paesaggistica per lasciare sulla spiaggia la base dei baretti e, nei giorni scorsi, è arrivata la risposta del Comune: le pedane, è stato deciso in conferenza dei servizi, non sono una minaccia per il paesaggio del Poetto. Quindi i due titolari possono lasciarle montate, ma dovranno comunque pagare cinquecento euro a testa. Nei recenti atti del Comune non risultano altre determinazioni simili in risposta ad altri imprednitori del litorale. Ma vanno avanti le pratiche per rimettere al loro posto le strutture che da settimane sono parcheggiate all’ippodromo. I titolari sperano di poter ottenere il via libera entro la prima settimana di luglio ma ancora non c’è alcuna certezza sulla tempistica. Al Poetto, in questi giorni, dopo la chiusura obbligata dell’Iguana, resta aperto un solo stabilimento, l’Emerson alla quarta