Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mille luci di New York splendono per Mura

Fonte: L'Unione Sarda
26 giugno 2013

Il velista sardo festeggiato nella Grande Mela dopo l'impresa oceanica
 

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di CARLO FIGARI
La bandiera dei Quattro mori sventola a poppa di “Vento di Sardegna” che fila leggero nella baia di Manhattan, sullo sfondo dei grattacieli a specchio di New York. Riassettato al meglio, non sembra il reduce di un'impresa oceanica dove ha rischiato di perdere l'albero, di finire con le vele strappate e, poco dopo la partenza da Plymouth il 27 maggio, pure con una falla sul fianco dopo una incredibile collisione con un altro scafo. E poi 17 giorni tutti di bolina (cioè col vento in prua), contro onde di oltre sette metri, tempeste improvvise che superavano i quaranta nodi (quasi 80 km orari). Una battaglia combattuta in solitario al timone dallo skipper Andrea Mura che ha portato al successo il suo Felci Open 50 piedi (17 metri) nella più antica, prestigiosa e faticosa delle regate oceaniche: la mitica Ostar che si svolge ogni quattro anni per tremila miglia dalle coste inglesi sino a Newport, capitale della vela nella East cost tra Boston e New York.
Il cagliaritano Andrea Mura ce l'ha fatta, unico italiano in gara e unico italiano a vincere la Ostar su un monoscafo. Il solo cruccio di non essere riuscito a battere il record della traversata segnato da un connazionale più celebre, Giovanni Soldini, ma le condizioni dell'Atlantico questa volta sono state davvero proibitive. «Il record era secondario, la cosa importante era vincere la regata e va bene così. È stata molto dura e ci sono stati momenti che ho temuto di non farcela», dice agli amici americani e italiani che lo applaudono a New York. Qui, negli States, sono tutti molto sportivi e sanno apprezzare i veri campioni come Mura, capaci di imprese al limite dell'umano. Dopo la regata massacrante e una settimana a Newport per riprendersi da 17 giorni praticamente senza mai dormire, per il cinquantenne cagliaritano è giunto il momento dei festeggiamenti a New York e a Newport.
LE FESTE Il primo appuntamento venerdì scorso nella Grande Mela dove l'intraprendente giornalista cagliaritano e organizzatore di eventi sportivi Pietro Porcella gli ha confezionato un paio di spettacolari manifestazioni. Autorità italiane, personaggi italo americani, tanti curiosi sulle banchine ad ammirare i pittoreschi colori di “Vento di Sardegna”. E poi brindisi e banchetti a base di prelibatezze sarde di alcuni sponsor, con i formaggi di Argiolas e vino a fiumi delle cantine Mura e Meloni recapitati dall'importatore locale, occasione unica per pubblicizzare i prodotti dell'Isola.
Scenario della festa il porticciolo di North Cove a Battery Park, non distante dalla zona di Ground Zero, dove Mura è arrivato all'alba navigando di notte all'interno di Long Island, sfilando davanti alla Statua della Libertà ed entrando a Manhattan dall'East River. Dopo le fatiche dell'Atlantico l'emozione di veleggiare nella calma della baia di Hudson, illuminata dalle mille luci di New York.
L'EMOZIONE «Bellissimo, momenti indimenticabili», ha detto poi Mura durante la festa a bordo del veliero “Arabella”, del prestigioso Manhattan Yacht Club, ormeggiato a fianco a Vento di Sardegna. A dare il benvenuto allo skipper vincitore e ai tanti ospiti il commodoro del circolo newyorkese, Michael Fortenbaugh e il cavalier Mico Licastro delegato del Coni per gli Usa. Presenti il console generale a New York, Natalia Quintavalle, il console aggiunto Lucia Pasqualini, l'ambasciatore all'Onu Cesare Maria Ragaglini, grande appassionato di vela, il direttore dell'Enit Eugenio Magnani, il presidente della conferenza dei presidenti delle maggiori organizzazioni italo-americane, Joe Sciame. Tutti a complimentasi con il velista sardo, perché qui sanno il vero significato di vincere una regata oceanica.
IL SALUTO DI CAPPELLACCI A Pietro Porcella, sposato ad un'americana, figli con doppia cittadinanza (Francisco è un campione di surf) il compito di fare da speaker dell'evento e di leggere anche il messaggio del presidente Ugo Cappellacci. «Con soddisfazione e orgoglio invio il caloroso saluto di tutta la Sardegna a un uomo che, a pieno titolo, può essere definito suo portabandiera ideale», scrive Cappellacci: «Grazie ad Andrea Mura per un giorno New York si veste dei Quattro mori e i tanti emigrati sardi nella Grande Mela sentiranno ancora più forte il senso identitario». E aggiunge il presidente: «È diventata una bella abitudine quella alle sue vittorie, insieme a Vento di Sardegna. Quando si assapora il gusto della vittoria, è difficile farne a meno». Anche se Mura ha sportivamente ammesso che non ripeterà più la Ostar: «Questa volta ho passato dei rischi davvero grossi, non bisogna sfidare il destino oltre il limite».
PREMIAZIONE Poi il ritorno a Newport dove lunedì si è svolta la premiazione ufficiale del vincitore. Dei 24 iscritti, sei si sono ritirati, tredici hanno tagliato il traguardo (Mura il 13 giugno e il secondo, il francese Langevin, il giorno dopo), ma cinque sono ancora in navigazione.