Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Otium, lo strano caso del baretto ricostruito mai usato e demolito

Fonte: L'Unione Sarda
13 giugno 2013


Burocrazia & paradossi
 

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Gli operai, come negli altri chioschi, stanno cominciando dal tetto: dentro l'Otium, primo bar che si incontra sul lungomare Poetto, si sentono martellate e rumori di cantiere. Anche la struttura, ricostruita nel 2011, dovrà essere demolita come le altre. I proprietari non hanno alternative: nonostante la struttura sia in legno e segua più o meno il progetto degli altri - cioè una piattaforma rialzata su cui poggia il chiosco vero e proprio - le misure non sono quelle autorizzate dalle linee guida della Giunta.
L'Otium venne ricostruito dopo due mesi di lavoro con una pedana alta sessantacinque centimetri, cinquecento metri quadri di terrazza per un altro centinaio di struttura coperta. Le direttive dell'esecutivo Zedda invece prevedevano misure decisamente inferiori. Così il chiosco non è mai stato inaugurato e lo scorso aprile è stato sequestrato insieme agli altri, che la procura ritiene abusi edilizi. Ora dovrà essere demolito un'altra volta e ricostruito secondo le ultime prescrizioni.
La prossima settimana potrebbero essere presentate le ultime richieste di autorizzazione per la demolizione e ricostruzione dei chioschi. Ma per rivedere aperte tutte le strutture bisognerà attendere la fine di luglio. Non c'è alternativa alla procedura indicata dal Comune, e si è avuto la conferma martedì, quando il Consiglio di Stato ha spento l'ultima, piccolissima speranza che avevano i concessionari. I gestori chiedevano ai magistrati amministrativi di obbligare il Municipio a riprendere in mano la richiesta di «accertamento di conformità paesaggistica», in pratica una sanatoria basata sulle nuove disposizioni della legge regionale. Ma i giudici hanno respinto l'istanza di misura cautelare. Sia perché in alcuni casi, gli stessi imprenditori hanno nel frattempo provveduto a demolire i baretti.
Sia perché, come evidenzia il Consiglio di stato, «non esistono i presupposti per l'accoglimento dell'istanza», visto che spetta «all'amministrazione la valutazione delle richieste di regolarizzazione dei manufatti, in precedenza installati a titolo precario e la cui stabile permanenza non può prescindere dalla sussistenza del previsto titolo abilitativo». (m.r.)