Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bastione nel mirino di vandali e writers: rotta l'illuminazione

Fonte: L'Unione Sarda
3 giugno 2013

CASTELLO. Inciviltà e scarsi controlli

 


I vandali tornano sul bastione di Saint Remy: dopo il raid in cui sono state distrutte le lastre di marmo della scalinata, nei giorni scorsi sono stati danneggiati i fari che illuminano le mura sul versante di via Mazzini. Qualcuno durante la notte ha lanciato diverse bottiglie di vetro dalla terrazza, centrando il cristallo protettivo di una delle luci e rompendolo.
Durante i weekend il “lancio della bottiglia” è uno degli sport preferiti: in via Mazzini e via Università, sotto il belvedere, gli spazzini trovano puntualmente un tappeto di cocci di vetro, cartacce e bicchieri di plastica, che nelle prime ore del mattino accolgono anche croceristi e semplici turisti alla scoperta di Castello. Poi ci sono i muri sfregiati dalle bombolette spray e le panchine divelte, che vengono spostate di giorno in giorno da gruppi di ragazzi, a seconda delle esigenze.
I sedili in marmo sul perimetro della terrazza vengono invece utilizzati dagli skaters come sponda per le loro evoluzioni. E non è un caso che molte lastre, infatti, siano rotte. Spaccate come quelle della scalinata che porta a piazza Costituzione. Un pezzo della balaustra è stato divelto e lanciato sui gradini, rompendoli. La rampa destra è chiusa da mesi. Ancora non è previsto nessun cantiere. Il raid vandalico aveva fatto indignare anche il sindaco, che aveva condannato il gesto e aveva ricordato quanto costino all'amministrazione i lavori per riparare questi danni e per ripulire le mura dalla vernice. L'unico cantiere, in questi giorni, è quello del caffè De Candia, che ha installato - come tutti gli anni - alcuni gazebo sulla terrazza Umberto I.
In via Mazzini, dove i vandali hanno preso di mira l'impianto di illuminazione (riparato appena tre mesi fa) e dove i writers hanno deturpato le mura, invece ci sono solo cocci di vetro. Qui, dove prima della Seconda guerra mondiale c'erano alcune case addossate al Bastione, ora c'è una piccola discarica: lattine di birra, una vecchia sedia, scatole di cartone. Spesso, raccontano gli abitanti, si trovano anche siringhe usate. Tutto a pochi metri da una lapide commemorativa fatta appendere dagli Amici del libro qualche anno fa, per ricordare un cagliaritano illustre: in quelle palazzine che adesso non esistono più nacque nel 1909 lo scrittore Giuseppe Dessì. (m.r.)