Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Diritti e regole per i rom ma senza alcun ghetto»

Fonte: La Nuova Sardegna
3 giugno 2013


 

Il direttore del braccio caritativo della Diocesi illustra l’attività di inclusione, dopo le scritte xenofobe apparse sulle scuole sedi dei corsi di formazione

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di Mario Girau

CAGLIARI. Nei giorni scorsi un manipolo di studenti che si richiamano a “Lotta studentesca”, il movimento legato a Forza Nuova, aveva simbolicamente sigillato l’ingresso di tre scuole medie dove a breve partiranno i corsi di integrazione dei Rom, affiggendo anche volantini nei quali si contestava la liceità dell’iniziativa e si chiedevano invece più fondi per gli studenti sardi. Senza entrare nella polemica e senza rispondere direttamente a quel movimento, la Caritas diocesana interviene direttamente sulle sue azioni di scolarizzazione e formazione professionale delle famiglie rom dell’ex campo della 554.

L’attività del braccio caritativo della diocesi rientra nell’ambito del progetto di inclusione sociale del Comune, in collaborazione con la Scuola media “Manno”, l’associazione di volontariato “Cosas”, l’oratorio della Parrocchia Sant’Eulalia e la cooperativa “Il Sicomoro”. «Vogliamo che si superi una condizione di ghettizzazione – precisa don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari - iniziando dall’emancipazione e dalla promozione di progetti di autonomia reale, nel pieno rispetto delle normative nazionali ed europee».

Una ventina delle 170 persone dell’ex campo nomadi sulla 554 sono prossime al traguardo della licenza media. Altre lo taglieranno tra qualche mese. In fase di preparazione i corsi di formazione professionale, banditi dalla Regione che, come per gli altri cittadini italiani, permetteranno agli adulti rom di raggiungere il livello qualificazione richiesta per stare nel mercato del lavoro.

Un’attenzione particolare è rivolta ai bambini. Grazie all’animazione organizzata dall’oratorio di Sant’Eulalia e dalla cooperativa “Il Sicomoro”, mentre i piccoli giocano i genitori seguono le lezioni, nei locali della scuola Manno e della Parrocchia di Sant’Eulalia. Il progetto è realizzato con i fondi destinati dalla Unione Europea per l’inclusione sociale delle comunità dei Rom, Sinti e Camminanti. «Si stanno traducendo in fatti concreti le politiche internazionali che riconoscono i diritti delle minoranze - continua don Lai – destinando a gruppi etnici un tempo trascurati risorse adeguate. Il tutto, in linea con i principi inalienabili riconosciuti dalla Costituzione Italiana».