Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«L'ombelico del mondo è qui»

Fonte: L'Unione Sarda
28 maggio 2013


L'EVENTO. Ieri per la prima volta in diretta streaming su tutti i mezzi del gruppo
 

Jovanotti, una popstar a L'Unione Sarda di Cagliari
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Diretto, semplice, immediato, comunicativo. Jovanotti è così, jeans stretti, cappellino nero, t-shirt bianca e anfibi a incorniciare un sorriso travolgente. La prima storica intervista in diretta streaming de L'Unione Sarda con uno dei big della canzone italiana diventa immediatamente un cult. Difficile fare meglio. Tra la diretta con il telegiornale di Videolina, il live di Radiolina e il collegamento con il sito internet www.unionesarda.it, l'incontro con l'artista romano è stato un grandissimo successo.
Lorenzo Cherubini entra nello studio di piazza L'Unione Sarda a mezzogiorno in punto, sulle note di “Ti porto via con Me”, davanti a sé ha uno stuolo di fan già conquistati dalla sua presenza. Reduce dal viaggio-tour- esperienza negli Stati Uniti, con il fuso orario attaccato ancora al cervello, Jovanotti non perde la sua proverbiale voglia di sorridere e giocare e quando parte l'applauso di ricevimento, il saluto caloroso e l'affetto dei cagliaritani spazzano via il jet lag in un baleno.
Venticinque anni di carriera e preparazione del concerto del 20 luglio alla Fiera di Cagliari: l'incontro diventa l'occasione per celebrare la produzione di quello che viene considerato uno dei cantanti italiani più apprezzati, ma anche il momento ideale per ricordare aneddoti, esperienze e chicche di una carriera già lunghissima. «Gli anni che passano non contano niente», esordisce Lorenzo davanti alla platea, «ma io non mi sento grande. Anzi, miglioro con il tempo, proprio come mia nonna, che è morta a 87 anni e non aveva un capello bianco».
Nicola Pisu, che ha accompagnato Francesca Figus durante questa lunga intervista, porge a Jovanotti un walkman con la cassetta. Una leggera pressione sul tasto play e partono le note di “Penso Positivo”. Lorenzo sorride e abbozza: «I tempi sono cambiati, ora le melodie si costruiscono con il telefonino. Le cassette mi ricordano i provini e la pubblicità in radio».
Da New York a Cagliari: da una società all'altra, da un mondo che reagisce diversamente alla crisi economica mondiale, dove l'aspetto multiculturale è fondamentale, a un'Isola che ha grande potenziale ma stenta a riprendersi. È la scusa per parlare di sé, della voglia di essere nomade, persona curiosa e irrequieta. Jovanotti cita Bruce Chatwin, e pur essendo un uomo di terra, canta e parla del suo amore per il mare, riproposto nel suo ultimo tattoo, un'ancora, che gli ricorda uno dei suoi eroi dell'infanzia, Braccio di Ferro. Jovanotti come Ulisse, trasformista e mai simile a se stesso, eppure così uguale a quando cominciò: «La voglia è quella», continua, mentre ricorda un vecchio concerto al Biggest di Samassi. «Sono un caleidoscopio di sensazioni e modi di essere», sottolinea, «ma il mio stato d'animo più vero è quello da innamorato. Quando imbraccio una chitarra mi viene subito da suonare una canzone d'amore. Anche se quella che amo di più è “L'Ombelico del Mondo”»
Partono le domande del pubblico dei lettori de L'Unione Sarda. Monica, emozionatissima, chiede un consiglio per il suo lavoro; poi arrivano anche i ragionamenti sulla politica, davanti alla richiesta specifica sulle elezioni di vent'anni fa: «Berlusconi non l'ho mai votato», taglia corto Jovanotti, che poi fronteggia Antonio, altro spettatore, incuriosito dal suo rapporto con Claudio Cecchetto. «Un amico, un fratello, prima un mito, poi un maestro, ora un confidente, un parente, anche perché ho battezzato suo figlio».
Il suo rapporto con la radio in generale, l'amicizia, le lodi per il rapper sardo Salmo, la passione per le meringhe e i segreti della sua eterna giovinezza («Mi alleno», precisa Jovanotti rispondendo a una domanda diretta del direttore di Videolina Emanuele Dessì), poi le sue impressioni sul talento. Jovanotti è un fiume in piena, parla e racconta, ricorda, sulle note di “No potho reposare”, lanciata da Luca Carcassi di Radiolina, lo splendido legame con Andrea Parodi e i Tazenda, nato una notte al Festivalbar, tra vino e parole. «Voce straordinaria e carattere affascinante. Mentre tutti gli altri mi snobbavano lui in modo disinteressato e senza preconcetti ha voluto conoscermi ed è nato un grande rapporto. Quando stava male è stato lui a rassicurare me». Da un ricordo straziante a uno simpatico, il suo rapporto con Valeria Marini, conosciuta in una discoteca di Porto Rotondo, dove lavoravano insieme: «Era il 1984 e io facevo il dj al Circus», racconta Lorenzo, «Valeria mi bucò l'orecchio con uno spillone e due pezzi di ghiaccio, poi mi si infettò. La rincontrai a Roma e siamo rimasti amici».
Jovanotti sarà a Cagliari per la data, la numero 13, che chiuderà il tour: «Ci stiamo preparando al meglio». Chiusura con i saluti, i regali e un augurio dedicato all'Isola: «Spero che la Sardegna ritorni a essere la culla dell'innovazione tecnologica in Europa».
Federico Fonnesu