Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Notti di paura con la banda dei bulli

Fonte: L'Unione Sarda
28 maggio 2013


Sabato un'aggressione in viale Trieste: «Sono sei o sette, si scatenano con una furia inaudita»
 

Un gruppo di trentenni semina il panico nelle zone della movida
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Arrivano a bordo di due auto. Aspettano fuori dai locali notturni, in particolare quelli dove ci sono serate tech-house, per poi piombare sulla vittima aggredendola con mazze da baseball, catene e in alcuni casi minacciandola con fucili da sub e coltelli. Sono sei-sette giovani sui trent'anni e stanno diventando il terrore di bar e circoli privati: le persone finite al pronto soccorso, per paura, non presentano denuncia e gli stessi titolari dei locali non avvisano le forze dell'ordine per timore di ritorsioni.
TRE AGGRESSIONI Eppure la notizia di almeno tre pestaggi nel giro di una settimana sta facendo il giro degli habitué delle notti cagliaritane. Le aggressioni sono avvenute all'esterno dell'Oasi al Poetto, del K-Lab di via Cesare Battisti e dell'Orus di viale Trieste. Le vittime sono state soccorse dal 118 o accompagnate da qualche amico direttamente al pronto soccorso. Nessuno ha chiamato la Polizia e i Carabinieri. «C'è molta paura. Si tratta di una banda, sembra comandata da un pregiudicato. Arriva con sei scagnozzi e se la prende con chiunque capiti a tiro», raccontano tre giovani, preoccupati per il degenerare della situazione all'uscita dei locali.
VIOLENZA GRATUITA Al Poetto, secondo la ricostruzione di alcuni testimoni, sarebbero arrivate due auto. I sette pestatori, sui trent'anni, sono scesi e si sono sistemati fuori dal locale. Il primo “poveraccio” passato dalle loro parti è stato aggredito apparentemente senza motivo e colpito anche con le spranghe. Le urla e le minacce di chiamare il 113 hanno fatto desistere la banda. Prima di andare via hanno lasciato un regalo al proprietario del locale, mandando in frantumi una vetrata.
All'Orus di viale Trieste la spedizione in stile “Arancia meccanica” ha preso di mira un ragazzo. Picchiato selvaggiamente all'esterno del locale. Poi la fuga, prima dell'eventuale arrivo delle forze dell'ordine. Sembra che dopo le botte abbiano chiesto scusa alla vittima: «Abbiamo sbagliato, pensavamo fossi un'altra persona». Anche in questo caso, nessuno avrebbe avuto il coraggio di chiamare il 112 o il 113. «In molti locali», continuano nel loro racconto i giovani della movida cagliaritana, «cercano di non farli entrare. Ma rischiano molto: sono spietati e senza scrupoli».
MINACCE AI TESTIMONI La conferma arriva dal terzo pestaggio, avvenuto sabato, ancora in viale Trieste, nelle vicinanze del K-Lab. In questo caso la banda avrebbe usato anche il liquido infiammabile per incendiare l'auto di un giovane, lo stesso fronteggiato in un faccia a faccia, forse per punire un vecchio sgarro. Il duello sarebbe avvenuto sotto gli occhi di decine di persone. Uno degli uomini della banda avrebbe assistito impugnando un fucile da sub, per intimidire chiunque volesse intervenire. Anche una ragazza, che si sarebbe avvicinata al malcapitato, non sarebbe stata risparmiata: afferrata per i capelli e gettata a terra. Per spegnere il rogo sono intervenuti i vigili del fuoco. E ancora una volta la vittima non ha denunciato nulla, presentandosi da solo al pronto soccorso.
Matteo Vercelli