Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Danni, spese e rissa sfiorata

Fonte: Sardegna Quotidiano
24 maggio 2013

Anfiteatro

 

Ci sono i costi per riparare i danni, elevati, e le polemiche politiche, al calor bianco. Due fronti aperti sull’Anfiteatro romano. Per rimuovere legnaia, tubature e rifiuti dalla struttura di viale Fra Ignazio servono 1 milione e 208mila euro. Già spesi 280mila per rimuovere il legno dal primo anello, il palco, la platea, le scale e i camminamenti. Durante i lavori, una sorpresa: tra le rocce sotto la platea viene trovato un “deposito”, dentro pavimentazione fatta di speciali resine. Fatto certificato dalla Soprintendenza, che invia al Comune una relazione con tanto di perizia per la “variante ” dei lavori. Per la ripresa delle operazioni di smontaggio sono necessari 800mila euro per levare legno e tubi dal secondo e terzo anello. A quel punto è possibile stilare un report totale sullo stato di salute dell’Anfiteatro. Ieri, visita di appena mezz’ora da parte delle commissioni Lavori pubblici e Cultura. Tensioni da subito: alcuni consiglieri entrano con l’auto dentro l’Anfiteatro, e la direttrice dei lavori, l’architetto comunale Maria Luisa Mulliri va su tutte le furie. La Mulliri vieta di andare oltre lo spiazzo all’ingresso, «motivi di sicurezza », e spiega che «avendo trovato tra la roccia e la platea un magazzino immondezzaio, abbiamo avuto spese non previste per 57mila euro, c’era materiale da smaltire in modo speciale. Il cristallo delle rocce è fratturato dalle coperture. I lavori sono già ripartiti, è stata fatta una campagna di indagine per conoscere lo stato del monumento. Per il secondo e terzo anello, torre del faro e scala antincendio il costo di smontaggio è ottocentomila euro, abbiamo le risorse ». I dati arrivano tra urla e toni forti, soprattutto da parte del capogruppo Udc, Gianni Chessa, che interrompe più volte la Mulliri, «per sapere il costo totale dei lavori». Interviene il socialista Mondo Perra: i due arrivano a un nulla dallo scontro fisico. « L’Anfiteatro era famoso in tutta Italia per i concerti, ora non si fa nulla, l’Arena concerti è la sua fotocopia sbiadita», sbraita Chessa. E il presidente della commissione Lavori pubblici, Maurizio Chessa (Pd), furente, sospende il sopralluogo: «Il centrodestra ha avuto un atteggiamento intollerabile, orchestrando una strategia studiata a tavolino. I buchi sulla pietra e la muffa non sono opera nostra. L’Anfiteatro è stato stuprato, noi lo stiamo salvando». Senza la legnaia sopra le rocce si potrà «valutare la presenza di altri eventuali danni al monumento e pensare a come valorizzarlo», dice il Pd Claudio Cugusi. La presidente della commissione Cultura, Francesca Ghirra (Sel), afferma: «I lavori che facciamo sono a causa dello stato di incuria in cui è stato tenuto per anni il monumento, la legnaia non è stata smontata ogni anno e le muffe lo hanno compromesso». Luisa Anna Marras, assessore comunale ai Lavori pubblici, è netta: «Faremo uno studio di utilizzo e riqualificheremo questo bene culturale, valorizzandolo e rispettandolo, inserendolo in un percorso culturale più ampio ». Paolo Rapeanu

 LA VISITA MOLTE AREE SONO INACCESSIBILI

L’Anfiteatro romano, per la due giorni di Monumenti aperti dello scorso 11 e 12 maggio, viene letteralmente preso d’assalto. Circa 2500 persone firmano il registro delle presenze e avventurano, guidati da studenti delle superiori, tra i cunicoli del monumento, e possono fotografare da vicino tanto le rocce liberate dalla legnaia quanto quella ancora presente sul secondo e terzo anello, oltre a camminare nelle scale, sempre in legno, ai lati della struttura. Una situazione totalmente diversa rispetto a ieri, dove è stato vietato, a consiglieri e stampa, l’accesso a tutta l’area visitata quindici giorni fa da cagliaritani e turisti. E, due settimane dopo, lo scenario è identico: transenne appoggiate alla meglio prima del grande fossato, erbacce un po’ ovunque, ancora ponteggi e lastre di metallo. Incuria del verde a parte, il materiale presente serve, parola degli uffici comunali, a continuare i lavori di smontaggio della tanta legnaia ancora presente sopra la roccia del monumento