Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Un degrado continuo, impianto condannato»

Fonte: L'Unione Sarda
14 maggio 2013


Lo studio
 

Un'analisi «dello stato di degrado» del Sant'Elia è stata fatta dall'ingegner Mario Marongiu, progettista del Cagliari calcio, un anno fa. Lo studio è stato presentato al Comune insieme con un'ipotesi di “ristrutturazione” per gradi, fino alla sostituzione del vecchio impianto con uno nuovo, piccolo, moderno, ecocompatibile, all'inglese. Secondo la relazione, il Sant'Elia è precocemente invecchiato e, «dopo oltre quarant'anni di onorato servizio, allo stato attuale è praticamente condannato». Insomma, non si può recuperare. «È possibile ovviamente rimuovere le strutture non restaurabili e sostituirle con altre nuove progettate nel rispetto della normativa vigente. Analogo discorso vale per tutti gli impianti tecnologici che necessitano di una totale riprogettazione». Ma, «a fronte di un cospicuo investimento, si avrebbe comunque una struttura fuori dal tempo e di difficile gestione».
Lo stadio cagliaritano è stato disegnato nel 1965 e completato nel 1970. Aveva la capacità di circa 60 mila spettatori seduti e 10 mila in piedi. Dopo due mesi dall'inaugurazione - scrive Marongiu - rischiò l'inagibilità a causa di un incidente dovuto ad un oleodotto dell'Aeronautica militare che correva sotto. Fu ristrutturato per i Mondiali del '90, la capienza fu ridotta a 41 mila posti a sedere, poi alla fine a 23.486. Nel 2001 - prosegue la relazione - si sono evidenziati i primi problemi strutturali seri: il 26 agosto, durante il match col Messina, gli spettatori erano stati fatti evacuare dalla curva sud. «Della formale consegna nel 2002 a misura di legge - cioè con antincendio, certificazioni strutturali, progetti, collaudi - non si hanno documenti». (cr. co.)