Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Fisco, lo strano patto

Fonte: L'Unione Sarda
7 maggio 2013


Cappellacci e Soru prima si scontrano su zona franca e Irap
e poi trovano l'inatteso accordo, promettendo di lavorare assieme
Vedi la foto


Al teatro Tonio Dei di Lanusei i comitati per la Zona franca integrale radunano 500 persone da tutta l'Isola e riescono nel “miracolo” di mettere d'accordo Cappellacci e Soru, che prima si scontrano e poi trovano l'accordo su un percorso comune finalizzato alla fiscalità di vantaggio. I promotori della rivoluzione fiscale, avanguardia di 330 Comuni e 50 mila iscritti, un esercito di voti trasversale e apolitico. Sul palco con il sindaco di Lanusei Davide Ferreli, i rappresentanti dei comitati, il guru fiscale Maria Rosaria Randaccio e il giurista Francesco Scifo. Il Pdl ha in campo le prime linee: il presidente della Regione Ugo Cappellacci, convinto sostenitore della fiscalità di vantaggio, gli onorevoli Salvatore Cicu e Angelo Stochino.
PAURA Ma l'arena di lealisti attende solo l'eretico, Renato Soru, scettico della prima ora. L'ex governatore parla dopo sette interventi e non li delude. «Sono venuto all'incontro sbagliato e poi questo posto non mi porta fortuna. L'ultima volta che sono stato qui ho perso le elezioni. Anche oggi ho paura che non mi porti nulla di buono». Della Zona franca Soru contesta quasi tutto, a partire dall'interlocutore: «Deve essere lo Stato, non l'Ue», per proseguire con la cornice legislativa presupposto dell'applicazione delle agevolazioni fiscali: «Io lo statuto lo conosco. Tutto quello che c'è dentro deve fare i conti con le leggi dello Stato, piaccia o non piaccia».
IL REBUS Le carte pesanti sono quelle sulle tasse. «Tutti vogliono credere alla possibilità che a breve non pagheremo più l'Iva o accise sulla benzina. Ma a quale prezzo? Quello dei servizi? Come Regione a statuto speciale riceviamo il 90% dell'Iva e il 75% delle accise. Crediamo che si possa vivere del nostro lavoro trattenendo la maggior parte delle risorse. Se vogliamo non pagare più tasse come finanziamo scuola, sanità e politiche sociali?».
RISPOSTA Cappellacci replica con pacata decisione: «In un momento di enorme difficoltà occorrono decisioni straordinarie e una grande coesione. Siamo una minoranza che combatterà con tutte le forze disponibili. C'è una strada percorribile e io ho bisogno di tutti, anche di lei presidente Soru». Cappellacci spolvera il caposaldo keynesiano: «Non è vero che non abbiamo pensato alle conseguenze della fiscalità di vantaggio. Ma è vero che il risparmio (ad esempio sulle accise) consente un meccanismo moltiplicatore che fa aumentare il consumo: 4,5 euro di consumi a fronte di 90 centesimi risparmiati». Il presidente nega infine la possibilità di conseguenze devastanti e sostiene la sussistenza delle imposte dirette. Infine scalda la platea: «Trecento comuni non possono essere usciti di senno. Ho il dovere di comprendere e portare avanti questo percorso condiviso».
PATTO Soru risale sul palco e siede alla destra del rivale: «Eccomi, sono pronto a collaborare». Contesta l'applicabilità del modello keynesiano ad un economia aperta e quindi scaglia la pietra. «Facciamo subito una piccola zona franca, aboliamo l'Irap. Facciamolo subito». Cappellacci vede e rilancia. «Sono d'accordo e propongo anche l'eliminazione delle altre accise». Gli applausi sanciscono il patto di una sera a Lanusei.
Simone Loi