Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

A Cualbu 77 milioni: chi paga? Il blocco voluto dalla Giunta Soru

Fonte: L'Unione Sarda
6 maggio 2013


Cappellacci: responsabilità di chi ha sbagliato. Atti alla Corte dei conti
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Una mazzata da 77 milioni di euro. Tanto rischia di dover pagare la Regione per i danni subiti dal costruttore cagliaritano Gualtiero Cualbu a causa del blocco dei cantieri edili avviati dalla sua Coimpresa srl sul colle di Tuvixeddu, scattato nel 2006 quando a lavori già iniziati Renato Soru e la sua giunta decisero di estendere i vincoli della zona archeologica.
CAPPELLACCI CONTRO SORU «È tre volte il valore della restituzione dell'Imu ai sardi, il 70 per cento della massa spendibile nella nostra manovra finanziaria», spiega per rendere l'idea il governatore Ugo Cappellacci, che poi annuncia duro: «Se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare. Noi trasmetteremo come è d'obbligo e doveroso gli atti alla Corte dei Conti, a cui spetterò fare le proprie valutazioni». Chiaro il bersaglio: Renato Soru, reo di aver condotto, quando era alla presidenza della Regione, la battaglia contro l'investimento di Cualbu.
IL LODO ARBITRALE A stabilire il risarcimento monstre - sulla base di una discussa relazione tecnica dell'advisor Deloitte Spa, oggetto anche di un'inchiesta della Procura di Cagliari - è stato il collegio arbitrale che era stato incaricato di dirimere la complessa questione. Un lodo che parrebbe fare a pugni con la sentenza del Consiglio di Stato che, nel marzo del 2011, stabilì che la Regione non sbagliò a imporre i nuovi vincoli previsti dal piano paesaggistico e ad annullare conseguentemente le concessioni per la costruzione degli edifici. A meno che i tre arbitri - Gianni Olla, ex presidente della prima sezione della Corte di Cassazione, Nicolò Lipari, docente della Sapienza di Roma, Franco Bilè, presidente emerito della Corte costituzionale - non abbiano ragionato diversamente, sostenendo che l'ente poteva sì cambiare le carte in tavola a partita in corso, a patto però di pagare a Cualbu il disturbo, cioè gli investimenti realizzati e il danno derivante dalla mancata vendita degli immobili regolarmente autorizzati dalle sovrintendenze e da due accordi di programma firmati nel 2000 da Regione, comune di Cagliari e Coimpresa.
IMPUGNAZIONE IN VISTA Il lodo sarà esecutivo subito dopo la notifica (sono previsti 120 giorni di tempo per l'adempimento), ma potrà essere impugnato davanti alla Corte d'appello civile di Roma. E in quella sede la Regione ne potrà chiedere, come farà, la sospensione. La strada è obbligata. Dunque per capire se dalla casse regionali usciranno davvero 77 milioni di euro si dovrà probabilmente attendere il verdetto dei giudici ordinari. A chiedere l'intervento degli arbitri, previsto dalla clausola compromissoria presente nell'Accordo di programma, era stato proprio Cualbu. La Regione invece aveva contestato il lodo tanto che non aveva nominato un suo rappresentante lasciando che a sceglierlo fosse il presidente del Tribunale. Ora la botta, tremenda.
LE ACCUSE «Un esborso di questa portata mette in ginocchio la Regione - accusa Cappellacci - noi faremo ricorso ma le responsabilità sono chiare: tutto è frutto di scelte fatte con determinazione nel 2006 dalla giunta Soru. A conferma del fatto che fu un gravissimo errore non dialogare per trovare soluzioni che contemperassero l'interesse pubblico e quello dei privati». E a pagare il conto, come sempre, rischiano di essere i sardi.
Massimo Ledda