Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Più di trecento fedeli affollano la chiesa per la Pasqua ortodossa

Fonte: L'Unione Sarda
6 maggio 2013


CASTELLO. N. S. della Speranza
 

Vedi la foto
«Christos voskerès, Voistenno Voskères». Il canto di gioia si è levato al cielo, poco fuori le mura della piccola chiesa di Nostra Signora della Speranza, non appena il parroco ucraino Mikhail Povaliaiev ha spalancato il portone: «Cristo è risorto, è risorto veramente». La Pasqua ortodossa si è celebrata ieri, come da calendario Giuliano, anche in città: un'intera giornata dedicata ai festeggiamenti religiosi, la mattina, e laici, dal pomeriggio fino al tramonto.
Più di trecento fedeli - per lo più donne dell'est europeo in servizio nell'hinterland come badanti - hanno invaso la piccola chiesetta concessa come ogni anno dal parroco della Cattedrale don Alberto Pala. «È certamente un modo per far praticare il credo anche qui, lontani da casa - ha esordito il Console onorario della Repubblica Belarus in Sardegna Giuseppe Carboni - ma anche per creare aggregazione sociale tra loro e, perché no, anche col resto dei cagliaritani». La mattinata infatti si è svolta in chiesa, con le canoniche quattro ore di messa cadenzate da canti liturgici, confessione, benedizione di salsicce, uova sode colorate e kulich (gli ortodossi il giorno di Pasqua non mangerebbero se a tavola non ci fosse almeno una pietanza benedetta). Ma il pomeriggio, largo alla musica e ai balli della “Pasqua d'oriente”, una festa popolare a carattere laico organizzata al parco di Monteclaro dalla Biblioteca Rodnoe Slovo e dalle associazioni Barvinok e Sardegna Ucraina. Un impianto stereo, qualche pietanza tipica e via a fare del piazzale un'allegra balera.
Tra il pubblico decine di famiglie sarde: tra queste, alcune appartenevano agli anziani assistiti, altre alle donne dell'est. «Sono arrivata dall'Ucraina nel 2007 - racconta Natalia in abito tradizionale - e ora ho un compagno sardo e due bambini. Non posso dire che Cagliari sia la mia città natale, ma quasi materna sì». Conclusa la festa, già si pensa al 2014, quando la Pasqua cattolica coinciderà con quella ortodossa: «Speriamo in un'unica grande festa».
Michela Seu