Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Baretti, gestori costretti alla resa

Fonte: L'Unione Sarda
29 aprile 2013


POETTO. Prima della rimozione bisogna attendere il dissequestro delle strutture ordinato dalla Procura

La stagione è alle porte, pronti a smontarli e (forse) rimontarli

Costretti alla resa. Il tempo passa, l'estate si avvicina e per i titolari dei baretti l'ipotesi di smontare e rimontare le strutture del lungomare, dopo mesi di braccio di ferro con l'amministrazione comunale, è sempre più una realtà. L'ultima possibilità rimane il parere legale chiesto dal Comune sulla legge approvata qualche settimana fa dal Consiglio regionale, sulla quale però ci sono molti dubbi.
LA RESA I titolari hanno capito che il pericolo è quello di perdere la stagione estiva ormai alle porte. Ma anche il fatto di mettere a rischio le concessioni, così come paventato più volte dal sindaco Massimo Zedda, non fa dormire loro sonni tranquilli. E allora Alessandro Cogoni, proprietario della Sella del Diavolo, annuncia che se anche la legge regionale non sarà considerata utile smonterà tutto: «L'unico problema è che non sappiamo con certezza quando potremo riniziare a lavorare. Prima dobbiamo aspettare il dissequestro dei manufatti, che in questo momento non possono essere toccati. Poi ci sono tutte le autorizzazioni da chiedere alle autorità competenti. Speriamo che ci si metta poco a fare tutto».
STRADA LUNGA Prima di procedere allo smontaggio i commercianti dovranno presentare istanza di dissequestro motivandola col fatto che è loro intenzione rimuovere i chioschi. Poi bisognerà aspettare la decisione del Tribunale. In caso di via libera, c'è poi il lungo cammino delle autorizzazioni da ottenere dal Comune per rimontare la struttura. Una serie di lungaggini burocratiche che l'anno scorso erano durate mesi.
LA CONFERMA L'idea di smontare ce l'hanno anche altre attività come il Nilo e il Twist di Maurizio Marongiu, che commenta amaro: «D'altronde l'estate è alle porte, quella di rimuovere i chioschi in tempi brevi è un'ipotesi che siamo obbligati a considerare. I dubbi rimangono, soprattutto dal punto di vista economico, perchè facendo alcuni calcoli potrebbe risultare sconveniente smontare e rimontare i baretti, anche in considerazione del fatto che poi, a fine anno, andranno rimossi un'altra volta».
GLI OSTACOLI E sono proprio le motivazioni economiche che ancora mettono dubbi ad alcuni proprietari delle attività del lungomare. Non tutti, infatti, possono permettersi le spese per rimuovere e rimontare subito dopo le strutture. Alcuni potrebbero addirittura optare per una lunga pausa: smontare il manufatto e decidere di ricostruire solo dopo l'approvazione definitiva del Pul. Antonio Congera, del Capolinea, lo dice chiaramente: «Rimango in attesa del parere sulla legge regionale. È ovvio che se anche quell'ipotesi tramonterà bisognerà smontare. A quel punto io avrei già difficoltà a trovare i soldi per rimuovere la struttura, figuriamoci per ricostruirla. Ricordo che ci sono 240 posti di lavoro a rischio».
Piercarlo Cicero


Iniziativa di un musicista
Visita guidata
tra i chioschi
che non ci sono

Fa il musicista, ai baretti del Poetto ci è andato parecchie volte anche per esibirsi. Ora Davide D'Elia, 35 anni, cagliaritano che fa la spola tra il capoluogo e Salvador di Bahia (in Brasile), ha un altro obiettivo: far capire ai cittadini che il Poetto non può esistere senza alcun servizio. E non c'è niente di meglio, allora, che portare i cittadini a fare un giro in tutti i baretti del lungomare e far vedere le potenzialità (inespresse) della spiaggia. Un'iniziativa presa in totale indipendenza dal giovane: nessun partito politico, nessun commerciante, nessuna organizzazione del settore è coinvolta, anche se alla fine qualche commerciante ha già annunciato che parteciperà.
Appuntamento dunque questo pomeriggio, alle 15, per un'escursione al Poetto con tappa in ogni chiosco, dalla Prima fermata fino al Capolinea. «Ho lanciato questa idea su Facebook - spiega D'Elia - e grazie al passa parola sono riuscito a ottenere 1.500 consensi. Dell'esistenza dell'evento sono state informate quasi 30 mila persone». Ognuno dovrà portare qualcosa: roba da mangiare se si vuole, ma anche una birra, oppure semplicemente una bottiglietta d'acqua. Ovvero tutte cose che si ordinerebbero normalmente in uno dei chioschi del lungomare, chiusi ormai da mesi: «Questa iniziativa non è stata organizzata per andare contro Regione o Comune in particolare - chiarisce - ma solo per far capire l'assurdità di questa situazione. Stiamo impedendo a un anziano di venire qua a prendersi un caffè, stiamo obbligando la mamma che viene qua con i figli dopo una settimana di lavoro a doversi portare per forza la borsa frigo».
Poi conclude: «Quello che mi domando è questo - ha aggiunto - Cagliari è una città che vive sul mare e storicamente ha trovato al Poetto un punto di aggregazione. Perché i servizi devono essere a disposizione in centro e al mare no? Noi chiediamo che i cagliaritani possano fruire dei servizi sia al centro sia nel lungomare». (p.c.c.)