Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La riscossa del centro storico

Fonte: La Nuova Sardegna
14 aprile 2008

La riscossa del centro storico

Nuove iniziative per sviluppare i centri commerciali naturali Gianfranco Carboni: «Nuovo arredo urbano e pedonalizzazione»



Simeone: «Ridare protagonismo alla città e agli antichi quartieri» Angius: «Niente liti, tutti uniti»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Ora si pensa al primo maggio e alla manifestazione «Monumenti aperti». Cagliari deve diventare «città aperta». I centri commerciali naturali possono funzionare. Domenica scorsa è stata una prova del nove. Il successo ha premiato: il centro storico è stato invaso dal pubblico, i negozi hanno avuto molti clienti e le vie e le strade sono state so state testimoni di varie iniziative. Ma l’aspetto centrale è stato «riporre gli antichi rioni al centro della scena», afferma Nicola Simeone, portavoce del consorzio «Centro Storico», che ha promosso l’iniziativa «Cagliari in fiore» di domenica scorsa (che ha coinciso con la domenica dei negozi aperti). Un fatto positivo, quindi, che mostra una strada. «Ma molto c’è ancora da fare - sottolinea Gianfranco Carboni, presidente del parlamentino del Centro storico - occorre creare un asse, anche visibile, tra Villanova, Marina, Stampace e Castello, e puntare maggiormente sulla pedonalizzazione». Giovedì scorso tutti gli attori (circoscrizione, Comune, Provincia e consorzi dei commercianti) si sono riuniti nella sede del parlamentino per «battere il ferro sinchè è caldo» e decidere come andare avanti. Tra le ipotesi c’è quella di fare una giornata di negozi aperti in contemporanea con il primo maggio, il giorno della sfilata di Sant’Efisio. Oppure, in alternativa, di organizzare per domenica 4 e per lunedì 5, i giorni di «Monumenti aperti». Poi si parla di domenica 8 giugno mentre dal 28 sino al 14 settembre vi saranno i giovedì sotto le stelle, con apertura notturna dei negozi sino a mezzanotte. Ultimamente «anche la Regione ha fatto la sua parte con una legge che permette di supportare lo sviluppo dei consorzi - spiega Piero Comandini, assessore provinciale alle attività produttive - e che ha finanziato sino al settanta per cento del costo delle iniziative proposte». In paricolare il consorzio «Centro storico» su centotrentamila euro richiesti ne ha avuto novantunomila e «Insieme» su centocinquantaseimila ne ha ricevuti sessantunomila (ma aveva avuto finzanziamenti anche in precedenza). «La vitalità del commercio delle città e del centro storico - continua Comandini - è indispensabile per ridare vita alle politiche di sviluppo urbano e del territorio». I centri commerciali naturali sono la risposta che viene data alla diffusione degli ipermercati e delle città mercato. Quelli che venivano definiti «non luoghi» dall’antropologo francese Marc Augé, ovvero strutture artificiali in grado di creare solo spaesamento e di cui fanno parte anche i grandi centri commerciali (oltre agli aeroporti ecc.) si sono oggi trasformati in centri più agguerriti: promuovono mostre e spettacoli, cercano alleanze con le scuole e corteggiano i prodotti tradizionali. E, soprattutto, sono diventati punti di ritrovo. Da qui la risposta dei centri commerciali naturali: «In questi - precisa Simeone - bisogna puntare a far sì che sia sempre più la città il vero protagonista. Ma per ottenere questo obiettivo sono necessari interventi coordinati da parte di tutti». «Ritengo che i centri commerciali naturali - sottolinea Paolo Angius, vice presidente del consorzio «Insieme» - siano lo strumento futuro per far rinascere gli antichi rioni: gli operatori commerciali devono reinventare un modo per far commercio nel centro storico. Nello stesso tempo occorre, innanzi tutto, sedersi attorno a un tavolo per mettere insieme i vari problemi: trasporti, viabilità e parcheggi. In secondo luogo è necessario rifare il lifting del centro storico: un arredo decoroso, sottoservizi e le migliori tecnologie possibili (da internet alle panchine, dai servizi igienici a una nuova illuminazione, sino a una segnaletica turistica efficace)». La città e le amministrazioni devono impegnarsi: «Occorrono anche - cotinua Angius - dei centri intermodali: se una persona arriva da La Scafa e parcheggia alla stazione, bisogna che ci sia un bus in grado di fare un percorso circolare collegando i punti centrali del centro storico». Su un aspetto, poi, sono tutti d’accordo: «Nessuno cerchi la primogenitura - commenta Simeone - uniamo le nostre forze e capacità». «Occorre convincere tutti i commercianti che non ci devono essere fazioni e che si deve lavorare uniti - precisa Angius - ma per questo occorrono dei tavoli istituzionali allargati anche a chi può fornire i servizi». Un primo passo in tal senso è stato fatto dalla circoscrizione del Centro storico con l’incontro di giovedì. «Gli antichi rioni - spiega il presidente Carboni - devono essere oggetto di un intervento architettonico complessivo in grado di valorizzare percorsi e loughi. Poi bisogna puntare con coraggio alla pedonalizzazione di alcune aree: oltre a via Garibaldi e via Manno, anche via Università, via Napoli, il tratto da piazzetta Savoia sino a piazzetta Dettori, una parte di via San Giovanni e l’inizio del Corso Vittorio. Poi andrà fatto un piano preciso per le zone franche urbane che, secondo me, dovrebbero riguardare tutto il centro storico».